Centro estetico per bambine? Come perdere l’infanzia
La notizia è di questi giorni: sabato 24 marzo a Treviso apre un centro estetico dedicato a bambine dai 2 ai 12 anni. Non si gioca più con i trucchi della mamma per scherzo, ma si pagano delle professioniste per “abbellire“ delle bimbe che stanno ancora imparando a crescere.
Purtroppo nel mondo di oggi sembra che le bambine non abbiano pace: vengono sedotte sempre più piccole dalle aziende estetiche o di moda, che ormai si competono questo target potenziale con i produttori di bambole. Il mercato vuole far crescere in fretta le giovani consumatrici, con il benestare delle famiglie che, per qualche motivo, vedono normale portare una piccola di 2 anni dall’estetista.
Il centro estetico per bambine di Treviso è nato dall’idea di un’imprenditrice della zona, che già da alcuni anni gestisce dei centri di bellezza per signore. Il tutto è pubblicizzato come un “gioco” per tenere buone le figlie delle clienti: mentre la mamma si fa la manicure, un’altra estetista tiene occupata la bimba con lo stesso trattamento.
Il nome dell’estetista per bambine è tutto un programma, “Little Lolas kids”, che cita senza troppe pretese la “Lolita” del libro di Vladimir Nabokov, che narra la storia di una ragazzina 12enne nella sua relazione con un uomo di mezza età.
Naturalmente i trattamenti di bellezza per le piccole Lolita non sono gratuiti. Per truccare le bambine e farle più belle agli occhi di genitori ed estranei, si pagheranno 6 euro per uno smalto, 5 per il trucco, 10 euro per una maschera rilassante e così via.
È il business della perdita dell’infanzia femminile, una volta spensierata e ricca di giochi all’aperto, che oggi viene assorbita dal torbido giro di affari che fa guadagnare le aziende e regala qualche tipo di soddisfazione o transfer personale alle mamme.
Non siamo ancora ai livelli delle sfilate con modelle bambine piccolissime e deformate dall’idea di “bellezza” adulta, che fanno tanto scalpore in America, ma è un passo avanti verso lo sfruttamento precoce dell’immagine femminile.
Forse sarà solo un gioco, un passatempo per evitare il fastidio di avere delle figlie da curare quando si vorrebbe invece andare dall’estetista.
Non possiamo però fare a meno di dire che, attraverso il nostro lavoro, veniamo a contatto con problemi gravi nel mondo dell’infanzia e, anche per questo, crediamo sia più importante che una bambina sia serena e in buona salute, piuttosto che truccata e agghindata all’ultima moda.
Chissà, forse questi soldi sacrificati all’estetica potrebbero essere impiegati per salvare delle vite grazie a un gesto come l’adozione a distanza.
Fonti e approfondimenti:
Il fatto Quotidiano , Corriere.it