Italiani alla Mense dei Poveri: più numerosi, più in difficoltà
“All’intorno era un batter di mani e di piedi, un frastuono di mille grida di trionfo e d’imprecazione. L’uomo del fascio lo buttò su quel mucchio; un altro, con un mozzicone di pala mezzo abbruciacchiato, sbracia il fuoco: il fumo cresce e s’addensa; la fiamma si ridesta; con essa le grida sorgon più forti. – Viva l’abbondanza! Moiano gli affamatori! Viva il pane! …”
Il 2013 come il 1628 raccontato da Manzoni? È questo lo scenario cui staremmo andando incontro secondo le parole di Andrea Giussani, presidente della Fondazione Banco Alimentare, preoccupato dall’allarmante aumento (+75%) degli avventori delle mense dei poveri proprio alla vigilia della decadenza del PEAD, il piano europeo per la distribuzione di cibo ai poveri.
“Purtroppo la situazione si sta aggravando e se non se ne prende atto c’è il rischio che degeneri. Tutti abbiamo in mente i tumulti del pane descritti da Manzoni”
Le paure di Giussani sarebbero scaturite dalla pubblicazione, lo scorso 10 ottobre, dell’ultimo Rapporto sulla crisi economica in Europa da parte della Federazione Internazionale della Croce Rossa. Sfogliando le pagine del documento, le cifre portano a descrivere la situazione come “la peggiore crisi umanitaria del dopoguerra”, una definizione più che legittima soprattutto dopo la notizia della riapertura in Gran Bretagna della rete di distribuzione di aiuti alimentari ai poveri da parte della Croce Rossa Inglese.
Infatti, l’ultima volta che un programma simile aveva interessato il popolo inglese era stato negli anni della Seconda Guerra Mondiale. Ora, però, nel regno della Regina Elisabetta, di William e Kate e del principino George, i poveri sono saliti a 5 milioni, rendendo necessario l’intervento di alcuni volontari, che nel primo weekend di novembre cercheranno di convincere le famiglie britanniche a donare una parte della loro spesa. Il ricavato sarà poi ridistribuito tra gli indigenti tramite l’intervento di due associazioni del luogo per la prima volta dopo 70 anni.
I tavoli delle mense dei poveri, però, sono affollati anche nel resto d’Europa: in Francia vengono serviti pasti caldi a 350 mila persone, 2 milioni e mezzo in Spagna, mentre per l’Italia il rapporto cita il caso di Milano, quella che una volta era la capitale economica del Paese, dove ora 50 mila persone hanno bisogno di assistenza.
È proprio questo scenario che ha reso particolarmente preoccupante, agli occhi del Banco Alimentare, l’imminente cancellazione del PEAD. Tramite questo programma, infatti, solo nel 2013 erano state distribuite 100 mila tonnellate di cibo, che avevano consentito di sfamare ogni giorno quasi 2 milioni di persone.
Eppure, nonostante sempre più famiglie siano costrette a farvi affidamento, questo programma è ormai agli sgoccioli e presto sarà sostituito da un nuovo progetto, il FEAD, che – di diverso non avrà soltanto la lettera iniziale diversa, ma anche la quantità di fondi a disposizione, che infatti sarà ridotta.
Pur rivelandosi necessario, infatti, sin dalla sua nascita il PEAD è stato oggetto di contestazioni da parte di alcuni degli stati membri dell’Unione Europea, secondo i quali l’aiuto agli indigenti dovrebbe essere di competenza dei singoli stati. Ora, con lo scadere del biennio 2012 – 2012, gli aiuti per i più poveri proverranno dalle casse del FEAD, il fondo europeo per gli aiuti agli indigenti, col quale bisognerà provvedere non solo alla fornitura di cibo, ma anche a coprire le spese per la casa, in vista dell’inverno, e l’istruzione dei bambini.
Per Giussani, questo taglio porterà a una riduzione dei fondi per le emergenze alimentari pari a 50 – 100 milioni di euro e nonostante il governo abbia promesso di tenere in considerazione il problema dell’accesso al cibo da parte dei poveri nel prossimo patto di stabilità, la sicurezza che il nostro paese riuscirà a far fronte a questa emergenza da solo sembra vacillare.
Attualmente, Banco Alimentare riesce ad assistere gratuitamente 8.818 strutture su tutto il territorio italiano. Ai loro tavoli, però, non siedono soltanto senza tetto, ma anche gente comune, padri divorziati, madri single, anziani e giovani disoccupati che hanno rimpinguato del 33% gli avventori delle mense dei poveri in Italia in un periodo in cui, ironicamente, secondo gli ultimi dati FAO gli affamati sarebbero calati di 26 milioni rispetto al biennio 2010 – 2012.
A questo scopo, da qualche giorno è partita la campagna “Emergenza alimentare in Italia” che continuerà per le prossime settimane fino al 30 settembre, Giornata Nazionale della Colletta Alimentare.
In quell’occasione, insieme ai volontari di Banco Alimentare potremo partecipare a “fai la spesa per chi è povero”, un’iniziativa molto simile a quella attualmente in corso in Inghilterra, a testimoniare come questa nuova tendenza affligga in maniera più o meno pesante tutti gli stati europei.
Naturalmente, oltre a Banco Alimentare, sono tante le associazioni onlus e non profit impegnate a combattere la fame in Italia e nel Mondo. In questo caso, in prima linea troviamo anche ActionAid che con #operazionefame cerca non solo di sensibilizzare gli Italiani su questa tematica, ma anche sull’importanza di ridurre gli sprechi.
Infatti, proprio mentre in Italia il 13% delle famiglie italiane dichiara di avere difficoltà a ottenere un pasto proteico adeguato almeno ogni due giorni, al mondo 1,3 miliardi di tonnellate di cibo vengono sprecate con costi economici non indifferenti: nella spazzatura, infatti, verrebbero gettati quasi 750 miliardi di dollari di cibo.
Oltre ad ActionAid, però, ci sono tante altre organizzazioni impegnate a combattere la fame in Italia e nel resto del mondo, dove ancora tanti bambini soffrono a causa della malnutrizione. Nel loro caso, ad esempio, l’adozione a distanza è uno dei pochi modi per ottenere quel pasto nutriente così importante per poter crescere sani e in forze. Naturalmente, in un periodo come questo, dove anche tanti bambini italiani, insieme alle loro famiglie, fanno fatica a ottenere un pasto caldo e magari un tetto sotto la testa, è possibile aiutare anche i propri connazionali sia con piccole donazioni sia in altri modi.
Infine, con questo intervento vogliamo anche aiutare quanti vivono in prima persona con queste difficoltà segnalando una lista delle organizzazioni che offrono cibo e riparo agli indigenti disponibile al sito http://www.santegidio.org/.
Per maggiori informazioni:
- Emergenza cibo in Europa: 43 milioni di affamati;
- Diminuiscono gli affamati nel mondo, ma in Italia è emergenza alimentare;
- Regno Unito, 5 milioni di poveri: la Croce Rossa distribuirà cibo;
- Cibo, 4 milioni di italiani in coda alle mense dei poveri;
- Cibo: sprechiamo 750 miliardi di dollari all’anno;
Video sugli sprechi alimentari e mense dei poveri da Youtube: