Bambine del Burkina Faso: Aiutiamole con l’Adozione a Distanza
Un PIL pro capite inferiore ai 1500$, le oltre 2000 donne morte ogni anno durante la gravidanza o a causa del parto e un tasso di alfabetizzazione del 36,7% tra gli uomini (21% tra le donne) fanno del Burkina Faso uno dei paesi più poveri di tutto il mondo.
Nonostante la squadra di calcio della nazionale abbia regalato al paese una nota positiva con cui incominciare il 2013, con il suo persistente clima di instabilità politica e l’alto numero di malati di AIDS, questa nazione rimane uno dei paesi peggiori in cui vivere.

Foto di bambini del Burkina Faso dall’archivio di SOS Villaggi dei Bambini
In Burkina Faso le bambine rinunciano a una vita indipendente
Se già essere uomini in questo paese è difficile, a un bambino (o una donna) il Burkina può solo offrire una vita di stenti e compromessi, senza nessuno a cui chiedere aiuto. Andare a scuola è un lusso che in pochi possono permettersi, anche perché spesso sono proprio gli edifici stessi a mancare. A causa della carenza di strutture adeguate, quando incomincia a fare buio molti bambini si accoccolano ai piedi di qualche lampione e qui, illuminati da quella fioca luce, per terra, fanno i compiti e si preparano alla lezione della mattina seguente.
Per le bambine, invece, il problema non si pone nemmeno, dato che nella quasi totalità dei casi sono costrette a restare a casa per lasciare che siano i loro fratelli a ricevere un’istruzione. In Burkina Faso, infatti, anche se la nascita di una bambina non è più vista come una sciagura, qualche traccia di questo retaggio continua a sopravvivere. Le bambine sono tollerate, ma il loro arrivo non è accolto con gioia e, ogni qualvolta manchino i mezzi (o meglio, i fondi), le famiglie preferiscono tenere le figlie a casa per consentire, con i pochi soldi che hanno a disposizione, ai figli maschi di proseguire con gli studi. “Tanto” dicono “una volta sposata, tocca al marito prendersi cura della moglie”.
Non aver ricevuto un’istruzione adeguata, però, penalizza ogni bambina per tutto il resto della sua vita e i volontari dell’associazione non profit Enzo B lo sanno bene. Spesso, infatti, è proprio la difficoltà, o l’incapacità, ad accedere alle informazioni a rendere più difficile la vita delle popolazioni locali, soprattutto nel caso delle famiglie che vivono nelle aree rurali, dove gli effetti del lavoro svolto da associazioni come AMMIE (con la quale Enzo B collabora) faticano ad arrivare.
Di conseguenza, la mancata, informazione fa sì che le donne siano costrette a vivere in una condizione di costante dipendenza e subordinazione, senza la possibilità di emanciparsi o rendersi indipendenti. Non essendo andate a scuola, le donne non possono ottenere un lavoro o chiedere un prestito e questo non danneggia soltanto loro, ma anche i figli. Infatti, in Burkina Faso tantissimi bambini vengono abbandonati ancora in fasce e spesso questo accade perché le madri single, che non hanno i soldi per poter prendersi cura di loro, non hanno altra scelta. Infatti, a causa della loro totale dipendenza (prima dalla famiglia e poi dal marito), quando il padre del bambino non è noto, la famiglia della madre è restia a farsi carico di una bocca in più da sfamare e per queste donne l’abbandono è l’unica soluzione.
Bambini malati abbandonati per superstizione
In altri casi, l’abbandono ha cause socio-culturali. A volte, infatti, non solo capita che le neo-mamme non sappiano chi possa essere il padre del bambino, ma anche che il neonato non venga riconosciuto dal papà. È questa la sorte che attende i figli nati da relazioni incestuose, o adulterine, e persino i bambini portatori di handicap. In Burkina Faso, infatti, i bambini affetti da disabilità a livello mentale o fisico, oppure da malattie che richiedono cure particolari, sono abbonati perché ritenuti portatori di sventure.
La mappa del Burkina Faso da Google Maps:
Visualizzazione ingrandita della mappa
Per tutti questi bambini, il supporto ricevuto tramite l’adozione a distanza si rivela veramente determinante. L’associazione Enzo B, ad esempio, tramite il sostegno a distanza ha potuto supportare 300 bambini rifornendoli del materiale necessario e delle strutture per proseguire con gli studi. In particolare, Enzo B ha pensato di offrire un ulteriore aiuto ai ragazzi che hanno dovuto sostenere l’esame di terza media e, grazie al suo intervento, 38 dei 44 ragazzi che hanno sostenuto l’esame sono stati promossi.
Oltre a Enzo B, le condizioni di disagio e sofferenza che vivono gli abitanti del Burkina Faso hanno spinto molte altre associazioni non profit a intervenire. Tra queste, c’è anche SOS Villaggi dei Bambini, che dal 1993 è presente sul territorio con 2 Villaggi SOS, una Casa del Giovane SOS, 2 Asili SOS e 2 Scuole SOS. Per dare il tuo sostegno a SOS Villaggi dei Bambini puoi adottare a distanza una bambina del Burkina Faso.
Per maggiori informazioni:
Aggiornamenti in tempo reale sul Burkina Faso da Twitter:
Video sul Burkina Faso e la discriminazione da Youtube:
