La generosità ha fatto Goal: una scuola di calcio adotta 15 bambini
Sport e generosità sono compagni di squadra inseparabili. Negli ultimi mesi lo abbiamo appurato in svariate occasioni: ad esempio grazie all’atto di grande umanità che aveva avuto per protagonista il calciatore Kim Kallstrom e un bambino disabile durante il match tra Svezia e Germania per la qualifica ai prossimi mondiali, quelli che si terranno in Brasile nel 2014.
Questa volta, è toccato a un club “più giovane”, ovvero ai giocatori delle Scuole Cristiane Calcio, un nome importante nel vercellese attualmente in seconda categoria. Insieme all’associazione onlus ActionAid, la squadra di calcio ha adottato 15 ragazzi del Brasile – otto femmine e sette maschi – tra cui Abigail, Admilson, Cassio ricardo, Alvaro, Fabiola Antonia e Isaqui.
Tutto è incominciato 21 anni fa, quando Daniele Savio (l’attuale presidente del club vercellese) è diventato papà di Riccardo. In quell’occasione Savio ha deciso di adottare sempre insieme ad ActionAid un bambino dell’Africa. Il suo sostegno ha accompagnato il ragazzo fino a quando non è diventato troppo grande per far parte del programma di adozioni a distanza della onlus.
«Ventuno anni fa, quando nacque mio figlio Riccardo, decisi di adottare a distanza con ActionAid un bambino in Africa. Ho portato avanti il progetto fino a quando il bimbo ha superato l’età prevista dalle adozioni. Quell’esperienza così toccante mi ha acceso una lampadina: ne ho immediatamente parlato al consiglio direttivo e da lì ci siamo attivati».
Così, mentre in Brasile 15 bambini ora possono finalmente sperare in una vita migliore, altri 11 ogni domenica scendono in campo con stampato sulle loro magliette un nuovo sponsor, ActionAid, una delle tante associazioni che si occupano di adozioni a distanza, che destina l’80% delle donazioni ai bambini, mentre con il restante 20% cerca di coprire le sue spese amministrative.
La generosità di Scuole Cristiane Calcio, però, non si ferma alla sola adozione a distanza. Nel 2014, infatti, il presidente Daniele Savio insieme ad altri membri del consiglio andrà in Brasile per vedere in prima persona gli effetti che le donazioni hanno sulle vite di questi bambini.
In Brasile, infatti, gran parte della popolazioni è costretta a vivere nelle favelas, le baraccopoli che circondano i grandi agglomerati urbani nelle quali le condizioni igienico – sanitarie spesso sono pessime. Qui, come in altre regioni del Sud America, nella maggior parte dei casi le famiglie lavorano nelle piantagioni di caffè e coi pochi soldi guadagnati faticano a soddisfare i bisogni primari dei bambini, che – a differenza dei loro compagni vicentini – le partite di calcio in un campo vero e proprio possono solo sognarle.
Ora, però, Scuole Cristiane Calcio sta lavorando per donare ai bambini di Rocinha anche le sue vecchie divise sociali, le tute, i palloni e persino le scarpette da calcio così che anche Alvaro, Abigail e i loro amici delle favelas potranno sentirsi un po’ più fortunati, come i loro coetanei italiani.
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