Adozioni a distanza e truffe: perché non dobbiamo aver paura della solidarietà
Sin dai suoi primi post, l’intento di questo blog è sempre stato quello di raccontare il mondo delle adozioni a distanza e delle Onlus che lavorano per tutelare i diritti dei bambini in tutto il mondo: dall’Africa al Sud America, dall’Asia all’Est Europa.
Raccontare, senza pregiudizi né filtri, però, significa anche accettare luci e ombre di questo mondo e nonostante i tanti esempi positivi e le storie di successo, capita anche che qualcuno sia testimone di episodi in cui il sostegno a distanza sembra essere una forma di solidarietà poco adeguata ad aiutare le popolazioni di paesi in difficoltà.
È in questo contesto che si inserisce l’esperienza di padre Paolo Cugini raccontata pochi giorni fa sulla Gazzetta di Reggio.
Padre Paolo Cugini per 15 anni ha vissuto in Brasile, a stretto contatto con quei bambini delle favelas che tante associazioni dicono di voler aiutare e, per lui, le sole donazioni creerebbero dipendenza e, per quanto necessari, i soldi da soli non fornirebbero ai più poveri gli strumenti per muoversi verso l’autonomia e una vita più dignitosa. “A volte, l’adozione a distanza può rivelarsi controproducente” avrebbe detto padre Cugini. “È importante” continua “investire nell’istruzione, sensibilizzare la popolazione circa i suoi diritti e doveri e lottare contro la corruzione”.
Sarebbe proprio questo, secondo il sacerdote, uno dei fattori maggiormente responsabili della sua perplessità nei confronti delle adozioni a distanza. Il prelato, infatti, ha raccontato di una associazione non profit (di cui non ha fatto il nome) che spedirebbe ai suoi sostenitori foto scattate a bambini trovati per strada in maniera casuale, allegando alle immagini lettere false.
Davanti a una scoperta simile, sorge spontaneo domandarsi “e i fondi? Nelle mani di chi finiscono?” A questa domanda, padre Cugini ha risposto senza esitazioni: “ai politici corrotti”. Il problema della corruzione, infatti, per i brasiliani è uno dei più grandi ostacoli da superare nella lotta alla povertà. Padre Cugini ha combattuto personalmente questa battaglia, ricevendo minacce e finendo anche con l’essere costretto a scappare per mettersi in salvo e continuare il suo operato.
La sua esperienza è la prova di come la lotta alla povertà non sia facile, ma ponga sfide diverse a seconda del terreno in cui questo tipo di guerra viene combattuto. Davanti a queste problematiche, però, non dovremmo darci per vinti, ma capire quanto sia importante il lavoro delle onlus – quelle serie – che operano in questi paesi non solo stanziando fondi a vantaggio dei più bisognosi, ma anche supportandoli con programmi ad hoc e corsi di sensibilizzazione attraverso i quali le comunità diventano progressivamente sempre più autonome e in grado di gestire da sole i problemi che ostacolano il loro sviluppo.
La storia di padre Cugini, per quanto non debba essere considerata come la norma, riporta l’attenzione dei sostenitori anche sul tema delle truffe nel settore delle adozioni a distanza, un grave problema di cui abbiamo parlato in più occasioni anche indicando quali sono le associazioni serie attraverso le quali fare beneficenza e gli organi che vigilano su questi pericoli, come ad esempio Forum SaD.
A ricordarci della sua esistenza è l’avvocato Marco Scarpati, presidente di Ecpat, associazione a tutela dei diritti dei bambini. L’avvocato, pur ammettendo che casi di corruzione purtroppo esistono, ha sottolineato che in Italia Forum SaD svolge un lavoro importantissimo, certificando le associazioni affidabili che fanno buon uso delle donazioni ricevute. È proprio quest’ente che ha stabilito che per ogni euro ricevuto, l’80% deve essere destinato al bambino, o alla sua famiglia di appartenenza, tramite veri e proprio finanziamenti o progetti concreti.
Vogliamo verificare se la onlus con cui vogliamo attivare l’adozione a distanza è in linea coi parametri di Forum SaD? È sufficiente leggere i bilanci dell’associazione in questione, spesso sono scaricabili dal sito ufficiale, o basarsi sul tipo di comunicazione che viene svolto, se questa è trasparente non c’è niente di cui preoccuparsi.
L’invito dell’avvocato Scarpati, però, è un altro, ovvero quello di andare a visitare – se possibile – le comunità e i villaggi a cui sono destinate le donazioni per essere testimoni in prima persona della validità dei progetti e del lavoro svolto dalle onlus.
Certo, non tutti i donatori hanno la disponibilità economica necessaria per recarsi in Africa, Asia e Sud America e per questo abbiamo pensato di fornire a tutti un feedback tramite le storie di successo di quei bambini che, grazie alle adozioni a distanza, hanno fatto strada.
Nella Chiesa ma anche nella società, una parola chiave di cui non dobbiamo avere paura è: SOLIDARIETA’…
(Papa Francesco, omelia 30/ 05/2013)
