Tra decapitazioni e mutilazioni, così vivono i bambini del Centrafrica
Non è una vita facile quella dei bambini che vivono all’interno dei confine della Repubblica centrafricana, consumata da una guerra civile che non sembra volersi placare, una guerra che non risparmia nemmeno i più piccoli.
Le stime di Unicef
Unicef, infatti, ha registrato ben 133 casi di bambini mutilati o uccisi nel corso degli ultimi 2 mesi a causa della loro appartenenza etnica o del loro credo religioso.
In una sua nota, l’associazione si è detta profondamente preoccupata per le crudeltà perpetrate ai danni dei bambini:
“Durante le ultime settimane ci sono stati livelli di violenza senza precedenti contro i bambini, con attacchi o rappresaglie da parte delle milizie anti-Balaka e dei combattenti ex-Seleka, che rappresentano gravi violazioni contro i bambini”.
Un’escalation di crudeltà disumane
In base alle testimonianze raccolte, in alcuni casi la crudeltà e la ferocia di questi atti avrebbe raggiunto livelli inimmaginabili e gli episodi continuano a farsi più frequenti. Nessuno sembra essere al sicuro: ora infatti, oltre agli abitanti di Bangui, la capitale, sarebbero in pericolo anche quanti abitano nelle regioni centrali ed occidentali del Paese.
Sono molti i racconti che parlano di decapitazioni e mutilazioni effettuate col solo intento di ferire, se non uccidere, mentre molti altri bambini hanno perso gli arti a causa dei continui scontri a fuoco che hanno reso impossibile raggiungere i già pochi centri medici della nazione.
Nella Repubblica centrafricana SOS Villaggi dei Bambini è presente con 2 villaggi, che ora nonostante siano costantemente in pericolo, fungono anche da rifugio per chiunque abbia perso la propria casa e stia cercando un riparo.
Il mese scorso, il Direttore di SOS Villaggi dei Bambini RCA, Marcel Koyadouma aveva descritto così la situazione:
“Nonostante il persistere della violenza nel Paese, la situazione è relativamente stabile nei due Villaggi SOS (a Bangui e a Bouar). Tutti i bambini sono, per ora, al sicuro. E’ stato ferito un nostro collega, a colpi di machete. Per fortuna si sta lentamente riprendendo. Stiamo dando sostegno, a Bangui, a più di 3000 sfollati ma il cibo scarseggia, manca acqua potabile e c’è il rischio di malattie. Il Villaggio SOS di Bangui non ha recinzioni. Abbiamo paura dei saccheggi”.
Per dare un aiuto concreto ai bambini della Repubblica centrafricana, clicca qui.
Per ulteriori informazioni:
- Strage di bambini in centrafrica;
- Repubblica Centrafricana: il Villaggio SOS di Bangui non ha protezione;
Mappa del Centrafrica da Google Maps:
Visualizzazione ingrandita della mappa
