Scuola italiana e bimbi stranieri, perché no?
Ricomincia la scuola per gli studenti di Valle d’Aosta e Alto Adige e nei prossimi giorni sarà la volta delle altre regioni italiane, eppure le polemiche sulle classi miste non si placano. L’ultima notizia arriva da Milano dove una classe delle scuole elementari conta 17 bambini stranieri su 19 alunni. L’integrazione non sembra di casa in questo istituto? Non proprio perché la scuola in questione, al contrario, è la più multietnica della città! Certo è che la decisione ha riacceso una vecchia polemica: è giusto o no che i bambini italiani e i bambini stranieri frequentino la stessa classe?
In Italia esiste una legge voluta dell’ex ministro Gelmini che prevede un tetto massimo di alunni stranieri nelle classi italiane (il 30%). Il provvedimento trova riscontro nei sostenitori del “no” alla convivenza di alunni provenienti da Asia, Africa, America, Oceania ed Europa. Per quale motivo? Il primo tra tutti è che i bambini stranieri non parlano italiano e dunque avrebbero bisogno d’essere seguiti di più e meglio dagli insegnanti. Questo rallenterebbe i percorsi didattici e di apprendimento degli studenti italiani. Una motivazione non falsa, ma insufficiente per dividere bambini spesso nati in Italia da genitori stranieri e che comunque giocherebbero insieme ai coetanei italiani al parco o in piscina. L’integrazione e il dialogo infatti, passano anche dal gioco.
E poi, la scienza ce lo dice, la mente dei bambini è come una spugna, assorbe informazioni rapidamente e in grandi quantità. La convivenza linguistica consentirebbe ai bimbi stranieri di imparare prima e meglio la lingua italiana e ai bimbi italiani di imparare qualche parolina di arabo o cinese, competenze che potrebbero tornare utili in futuro. Questa è la vera comunicazione interculturale, non quella fatta soltanto di sushi bar e viaggi in India, e la si respira tutti i giorni in metropolitana, a lavoro e a scuola.
Il buon esempio in Italia lo dà Prato, la terza città dopo Londra e Parigi con maggior presenza di popolazione cinese. Apre infatti i battenti nella provincia toscana la prima scuola per l’infanzia bilingue italiano-cinese, una vera opportunità di integrazione e crescita. Alla luce di tutto questo perché si dovrebbe impedire ai bimbi di crescere insieme ai propri coetanei di tutto il mondo?
La questione è in realtà ancor più seria dal momento che dietro queste scelte ci sono anche ideali lontanissimi dalla normale solidarietà tra i bambini e pochissima apertura alle novità e alla comunicazione da parte degli adulti che, con i loro pregiudizi, fanno ricadere sui più piccoli le conseguenze delle proprie scelte.
Andare a scuola è un diritto di tutti i bambini del mondo. Andare a scuola consente di ridurre l’analfabetismo e di formare le future generazioni, uomini e donne consapevoli che costituiscano una cittadinanza attiva. Andare a scuola oggi per tutti i bambini del mondo significa avere opportunità per il domani, avere possibilità di crescita umana e di poter fare qualcosa per gli altri.
Il diritto all’istruzione non può essere negato a nessun bambino per i suoi natali geografici o anagrafici e qualsiasi forma di discriminazione non farebbe altro che danneggiarne il percorso di crescita. È il caso dei bambini rom in Slovacchia, relegati da anni in “classi speciali”. Amnesty International da qualche mese porta avanti una petizione per l’integrazione scolastica dei bimbi rom.
A favore di questo diritto dell’infanzia si schierano nel mondo moltissime associazioni onlus e no profit impegnate sul campo nella lotta contro l’analfabetismo, per l’integrazione scolastica e a favore della formazione di centinaia di bambini in difficoltà a causa di guerre, fame e povertà.
Laddove le istituzioni locali non sono in grado di garantire ai bimbi un’adeguata educazione, in centinaia godono comunque del diritto all’istruzione senza alcun tipo di discriminazione grazie all’instancabile lavoro di volontari, ONG e associazioni impegnate nel Terzo Settore, ma soprattutto grazie a coloro che avviando un’adozione a distanza o facendo una donazione a favore di una onlus, garantiscono a tanti bambini nel mondo il diritto a ricevere un’istruzione.
Per maggiori informazioni e approfondimenti
- http://www.pianetamamma.it/il-bambino/nido-asilo-e-scuola/ecco-la-classe-piu-multietnica-d-italia.html
- http://www.pianetamamma.it/il-bambino/nido-asilo-e-scuola/nasce-a-prato-una-scuola-per-linfanzia-bilingue-italo-cinese.html
- http://www.pianetamamma.it/il-bambino/sviluppo-e-crescita/introduzione-alla-comunicazione-interculturale.html
- http://milanesi.corriere.it/2012/09/04/mettere-17-bimbi-stranieri-in-una-classe-non-e-integrazione/
- http://www.lavoce.sk/37687/2012/09/08/attualita/apartheid-scolastico-per-gli-alunni-rom/
- http://www.politicamentecorretto.com/index.php?news=52367
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