Quale scuola? Meno armi e più libri per i bambini in guerra
Settembre è alle porte e le vacanze stanno per terminare per milioni di studenti. Mentre in Italia genitori e bambini corrono alla ricerca di zaini, diari e libri di testo il tutto al prezzo più conveniente perché anche la scuola risente della crisi economica, nel resto del mondo, quello delle guerre infinite, centinaia di bambini non conoscono l’emozione o la noia di questa pratica settembrina.
Sono ben 61 milioni i bambini nel mondo che non frequentano la scuola né ricevono una qualsiasi altra forma di educazione scolastica. Questa la stima fatta da Save The Children alla vigilia dell’avvio dell’anno scolastico in Italia.
Quando ricomincia la scuola in Italia?
La scuola ricomincia il 5 settembre 2012 in Alto Adige (Bolzano), il 10 in Val d’Aosta, l’11 in Molise e il 12 in Friuli Venezia-Giulia, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Umbria, Trentino (Trento) e Veneto. Il 13 settembre è la volta di Campania e Lazio, il 14 della Sicilia, il 17 infine ritornano a scuola gli studenti di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Emilia, Liguria, Puglia e Sardegna. Il calendario scolastico quest’anno ha inizio in un clima da bollino rosso tra Tfa, polemiche e caro libri. Ogni nazione ha i suoi problemi insomma.
Scuola e istruzione nei paesi in guerra
Save the Children, impegnata da quasi un secolo nell’adozione e nel sostegno a distanza, lancia ora un appello: nei paesi in cui la guerra è all’ordine del giorno e costringe la popolazione a fuggire per trovare rifugio altrove, cibo acqua e vestiti non sono sufficienti ad aiutare i bambini che, privati del diritto di andare a suola, sono privati soprattutto del diritto ad avere un futuro. In alcuni casi, diventano bambini soldato.
La situazione è peggiore se osservata dal punto di vista femminile: nei paesi con redditi molto bassi, talmente bassi da non poter mandare i bambini a scuola, le prime ad essere penalizzate sono le bambine. Le bimbe private del diritto all’istruzione sono automaticamente destinate la matrimonio, spose bambine e madri precoci esposte a tutti i rischi del caso.
Save the Children accusa le istituzioni di non prestare sufficiente attenzione a questo problema e di non investire abbastanza per il miglioramento del sistema scolastico nei paesi sottosviluppati e in guerra. Certo la crisi economica sta investendo un po’ tutti i settori dell’economia, anche il Terzo settore.
Nonostante ciò numerose associazioni onlus e no profit portano avanti quotidianamente e con impegno azioni di volontariato e programmi specifici nelle aree a rischio, operando a favore dei bambini e garantendo loro cure e assistenza e anche il diritto ad avere una formazione scolastica. L’impegno e la costanza però non bastano.
Affinché la vita e il futuro dei bambini e delle loro nazioni migliori è necessario l’impegno di tutti attraverso azioni di solidarietà quali l’adozione a distanza o anche i regali solidali con cui è possibile donare a un bambino dell’Africa una Maestra che lo segua per 6 mesi, o con cui è possibile donare divisa, astuccio e zainetto, pastelli colorati o una lavagna per le scuole meno fornite. Esistono davvero tanti modi per far sì che il prossimo anno molti più bambini ritornino sui banchi di scuola.
Per maggiori informazioni e approfondimenti:
- www.savethechildren.it/IT/Tool/Blog/Commenti?id_blogpost=76
- www.repubblica.it/solidarieta/cooperazione/2012/05/21/news/senza_la_scuola_il_42_dei_bambini_che_vivono_nei_paesi_in_guerra-35652500/
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