Lotta alla fame nel mondo e ai biocarburanti
Da tempo sentiamo parlare di crisi alimentare e malnutrizione in particolare in alcune aree dell’Africa. Non ultima è la crisi che ha colpito il Sahel e il Corno d’Africa, dove la fame sta provocando non soltanto molte morti a causa della malnutrizione specialmente tra i bambini, ma anche centinaia di profughi in fuga da una capo all’altro del continente o del mondo, in cerca di condizioni di vita migliori.
Ma siamo certi di conoscere le cause della fame nel mondo? Siamo certi che dipenda solo dalla mancanza di pozzi, canali d’irrigazione, piogge e acqua potabile, come nel caso dell’Africa? Oppure dietro la morte per mancanza di cibo e acqua di centinaia di persone esistono i colossi del capitalismo, truffe, speculazioni finanziarie e il mondo delle banche e dei soldoni?
In effetti tra gli ambientalisti e i sostenitori delle politiche green ci sono coloro che avanzano un’altra ipotesi: la crisi alimentare dipende anche dalla mancanza di materie prime e di prodotti provenienti dalla terra che invece di finire in tavola sono trasformati in biocombustibili. L’accusa è molto semplice: nel tentativo di salvare l’ambiente si toglie il cibo di bocca a una parte dell’umanità.
Mentre UNICEF annuncia che la mortalità infantile è in calo silenziosamente però è in atto una vera e propria truffa da parte del mondo occidentale e delle multinazionali ai danni dei paesi dell’Africa e dell’Asia, già sprovvisti dei mezzi per sfruttare al meglio le risorse ambientali e ora privati anche delle materie prime, dirottate verso la crisi energetica del mondo occidentale. È davvero così?
ActionAid, l’associazione no profit impegnata nell’adozione a distanza e nel volontariato internazionale ha avviato già da tempo una petizione contro i biocarburanti. La raccolta firme ancora in corso è necessaria per richiedere all’Unione Europea di eliminare le coltivazioni per la produzione di biocarburanti poiché, come testimonia l’associazione no profit:
La colpa è dell’Unione Europea e dei governi che vogliono farci credere che sostituendo il petrolio con carburanti prodotti da materie vegetali ridurremo le emissioni di gas serra. Peccato che diversi studi dimostrino l’esatto contrario, e cioè che i biocarburanti non solo non faranno diminuire la CO2 ma faranno aumentare ancora una volta il numero di affamati nel mondo.
Come possiamo leggere anche su Wikipedia i biocarburanti sono la causa dell’incremento dei prezzi delle derrate alimentari perché se si coltiva la terra e i prodotti invece di essere destinati a sfamare il mondo sono destinati, ad esempio per il 90%, alla produzione di combustibili, allora quel 10% destinato all’alimentazione costerà il doppio di quanto dovrebbe poiché il suo valore sul mercato aumenta. I dati raccolti da UNICEF parlano chiaro:
Secondo la FAO in un anno il prezzo del grano è aumentato del 130%, quello della soia dell’87% e quello del mais del 53%. L’attuale prezzo del riso, il nutrimento principale per oltre la metà della popolazione mondiale, ha subito un aumento del 75% in due mesi.
L’aumento dei prezzi del cibo, indispensabile per la sopravvivenza, provoca un effetto a catena: chi ha poco denaro cerca di investirlo nei beni di prima necessità ma lo fa risparmiando a discapito della salute. Da qui la malnutrizione, la maggiore esposizione dell’organismo a malattie come l’HIV e alle epidemie in zone già a rischio e la negazione dei diritti naturali dei bambini quali l’istruzione e il gioco che, in situazioni di crisi, diventano un “di più” che molte famiglie, soprattutto molte mamme nel pieno della crisi economica anche in Italia, non possono garantire a i propria figli!
Dall’Unione Europa sembrano arrivare timidi segnali di miglioramento. La Commissione europea infatti ha proposto l’introduzione del limite del 5% sui biocarburanti riducendo della metà l’impiego di prodotti alimentari per la produzione di combustibili destinati al settore dei trasporti. L’olio di palma, la soia e la colza da cui solitamente si ricava il biodiesel che rappresenta l’80% del consumo di biocarburante in Europa grazie al provvedimento invece potrebbero essere destinati al mercato alimentare. Questo sarebbe soltanto un piccolo passo avanti verso la definitiva eliminazione dei biocarburanti e la riduzione del rialzo dei prezzi sul cibo così da garantire a ciascun paese il libero accesso alla terra e ai bambini di Asia, Africa, America, Europa e Oceania il diritto all’alimentazione corretta e a una crescita sana.
Per maggiori informazioni e approfondimenti:
- http://www.actionaid.it/media/it/media_center/news/dettaglioNews.html?Y=2012&category=&page=1&DETTAGLIO=ff80808138b451240139d972c56a00f0
- https://www.adozione-a-distanza.info/stop-idrocarburi-actionaid-unione-europea/
- http://www.unicef.it/doc/271/crisi-alimentare-mondiale-unemergenza-la-protezione-di-donne-e-bambini.htm
- http://www.blogecologia.it/2012/02/crisi-alimentare-e-biocarburanti/
- http://anca24italia.canalazul24.com/?p=116
- http://alfiosironi.wordpress.com/2008/05/02/biocarburanti-e-crisi-alimentare-mondiale/
- http://www.actionaid.it/filemanager/cms_actionaid/images/DOWNLOAD/Rapporti_CIBO_pdf/Diritto_al_cibo_Biocarburanti.pdf
Notizie e aggiornamenti sulla fame nel mondo e i biocarburanti da Google News:
powered by RSS Just Better 1.4 plugin
