Città, povertà e bambini: UNICEF pubblica il suo rapporto
Aumentano le grandi città, ma non la qualità della vita e i bambini continuano a essere i più colpiti dai problemi sociali legati alla povertà: oltre 1 miliardo di bambini e ragazzi crescono nelle megalopoli.
Questo uno dei dati rilevati dal rapporto UNICEF “Figli delle città”, diffuso dall’organizzazione. Un documento in cui si tenta di riportare l’attenzione non solo sulle situazioni drammatiche dell’infanzia nei paesi in via di sviluppo, ma anche sui problemi quotidiani dei bambini che abitano nelle grandi città, all’interno di aree degradate.

Foto dal sito UNICEF
In seguito alla crisi economica mondiale, che sta colpendo duramente anche nazioni una volta prosperose come la Grecia, i tagli dei governi sulle spese sociali si fanno sentire e i bambini sono i primi a pagarne le conseguenze, essendo la fascia più indifesa e vulnerabile.
La situazione dell’infanzia è preoccupante anche in Italia. I genitori perdono il lavoro, gli equilibri familiari diventano sempre più instabili e questo si ripercuote sulla crescita serena e sullo sviluppo dei figli. Il presidente UNICEF in Italia, Giacomo Guerrera, ha riferito che nel nostro paese sono ancora 1 milione e 800 mila i bambini che vivono sotto la soglia di povertà.
Nei paesi poveri le condizioni di vita infantili non sono certo migliori: un terzo dei bambini sotto i 5 anni muore di stenti, 8 milioni non sopravvivono in seguito il parto o a causa di malattie come la polmonite e la diarrea. La Somalia, situata nell’area del Corno d’Africa martoriata dalla siccità e dalle continue guerre, rimane fra i paesi con il più alto tasso di mortalità infantile sotto i 5 anni.
Il rapporto UNICEF contiene altri dati significativi sugli agglomerati urbani: 3 miliardi e mezzo di persone vivono in città; 21 sono le megalopoli nel mondo che contano più di 10 milioni di abitanti, 18 delle quali in Asia, in America Latina e in Africa. In queste grandi città gli incidenti stradali rimangono la seconda causa di morte dei bambini fra i 5 e i 14 anni. Si tratta di metropoli che hanno superato a livello demografico quelle del Nord America e l’Europa, senza che l’aumento demografico venisse accompagnato dal miglioramento della qualità di vita.
Per migliorare questa situazione, UNICEF organizza dal 1996 la campagna mondiale “Città amiche dei bambini”, in cui chiede e promuove una maggiore attenzione verso i piccoli cittadini e attraverso la quale tenta di prevenire i problemi dei bambini lavorando al fianco delle mamme, figure di riferimento dedicate alla crescita e alla cura dei figli. Riuscire a proteggere il loro diritto di essere madre, infatti, significa aiutare allo stesso tempo anche gli uomini del futuro.
Tutte le associazioni onlus e noprofit possono essere sostenute anche con un lascito testamentario, una donazione spontanea di una parte dei propri beni effettuata tramite testamento, che l’ente beneficiario potrà ricevere soltanto dopo la scomparsa del donatore.
Fonte: www.unicef.it/doc/3598/figli-delle-citta.htm
