Emergenza alimentare in Sahel: conosciamo la fame?
In Sahel una terribile carestia ha lasciato la zona in piena emergenza. Sono 18.7 milioni le persone colpite dal problema, che qualcuno di noi potrebbe chiamare “fame” senza ben conoscere cosa significa non mangiare niente per giorni. Da come possiamo leggere su Wikipedia, il territorio del Sahel si estende dall’Oceano Atlantico fino al Corno d’Africa, passando dagli stati dell’Africa Centro Settentrionale quali: Mauritania, Mali, Burkina Faso, Niger, Ciad, Senegal, Sudan, Eritrea.
Tutte nazioni africane con forti problemi di povertà ininterrotta, che nonostante i miglioramenti degli ultimi 10 anni, grazie anche all’impegno delle numerose associazioni Onlus / No profit attive nella zona, soffrono a causa delle loro condizioni naturali.

Foto da FAO / Souleymane Traoré
Tra questi il Mali rimane tra i paesi più poveri del mondo, con metà della popolazione che deve sopravvivere con 1,25 $ al giorno e una prospettiva di vita non superiore ai 25 anni. La mancanza di piogge ha abbassato la raccolta agricola, aprendo una fortissima crisi alimentare, soprattutto nelle regioni settentrionali, dove associazioni come Save The Children stanno organizzando programmi di sostegno.
Save The Children vuole intervenire in Mali fino a dicembre 2012, per aiutare almeno 455 mila persone attraverso programmi di sicurezza alimentare, nutrizione, protezione dell’infanzia, educazione, salute e igiene, grazie al contributo di partner locali, ministeri competenti, i cluster dei gruppi di lavoro, nonché le ONG internazionali e locali e le strutture leadership della comunità.
Oltre alla distribuzione di cibo per un aiuto immediato, sono stati anche consegnati sementi e attrezzi per l’agricoltura a più di 18.500 capi famiglia di Sikasso, che rappresentano circa 130 mila persone, di cui circa 74.000 bambini.
L’emergenza in Sahel viene aggravata dai conflitti sociali e politici dei paesi colpiti, senza dimenticare la crisi economica mondiale. La popolazione che vive in queste zone cerca di spostarsi verso aree più sicure, ma gli stessi viaggi senza cibo e acqua mettono a serio rischio la vita di centinaia di migliaia di bambini, spesso abbandonati dalle famiglie che non hanno più i mezzi per curarli. Tante, troppe le esperienze terribili che non sempre verranno raccontate.
Come possiamo leggere dal sito di Save The Children:
Ad aggravare ulteriormente lo scenario, secondo Human Rights Watch, nel Nord del Paese circa 2,4 milioni di persone vivono nelle aree interessate dal conflitto armato in seguito al golpe guidato dalla giunta militare che ha rovesciato il Presidente Amadou Toumani Touré lo scorso 22 marzo. Drastico l’aumento di stupri, violenza e abusi sessuali su donne e ragazze in città e villaggi in tutta la regione. Molti i casi documentati in cui le ragazze e le donne sono state rapite dalle loro case e portate nei campi militari, scarsa la disponibilità di assistenza per le donne che hanno subito violenza.
Solamente grazie a tutti i sostenitori internazionali che aiutano le associazioni attraverso donazioni libere o adozioni a distanza, è possibile fare qualcosa per questi paesi sfortunati. Oggi che anche i paesi ricchi dell’Europa stanno soffrendo per la crisi economica, molte persone capiscono meglio quanto sia importante aiutare chi sta peggio di noi.
Tutte le associazioni onlus e noprofit possono essere sostenute anche con un lascito testamentario, una donazione spontanea di una parte dei propri beni effettuata tramite testamento, che l’ente beneficiario potrà ricevere soltanto dopo la scomparsa del donatore.
Per maggiori informazioni e approfondimenti:
- http://www.savethechildren.it/IT/Tool/Press/Single?id_press=497&year=2012
- http://it.wikipedia.org/wiki/Sahel
- http://www.repubblica.it/solidarieta/emergenza/2012/07/16/news/sahel_ancora_crisi_alimentare_per_3_milioni_e_mezzo_di_persone-39170848/
- http://www3.lastampa.it/ambiente/sezioni/news/articolo/lstp/463441/
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