Il Diario di Viaggio di Maureen: sei mesi al Villaggio SOS di Lilongwe (parte 2)
Com’è la vita in un Villaggio SOS? Come si vive in uno dei paesi in cui la nostra associazione è operativa? A volte capita che un sostenitore abbia il desiderio di andare a trovare il bambino che ha adottato a distanza anche per capire se fosse una adozione sicura, un’esperienza che molti altri hanno raccontato positivamente. Con questa rubrica speriamo di dare un’ulteriore risposta a questa e altre domande. Nel 2011, Maureen e Martin hanno visitato il Villaggio SOS di Lilongwe, in Malawi. La loro esperienza è stata raccontata in un blog, che abbiamo pensato di riproporvi. In questo capitolo, Maureen e il compagno visitano il Centro Medico del Villaggio SOS di Lilongwe, dove sono presi in cura i bambini disabili.
Momenti di Commozione
Dopo un sonno ristoratore, senza neanche una puntura di zanzara, abbiamo iniziato la nostra prima giornata in Malawi con una visita al centro medico. Qui, ci è stato mostrato il reparto di fisioterapia, dove lo staff si prende cura di bambini affetti da disabilità fisiche o mentali. Intorno a me, c’erano una ventina di madri che accompagnavano i propri figli, tutti con meno di 5 anni e costretti a usare deambulatori e stampelle per reggersi in piedi. Mi ha commossa vedere la dedizione, l’impegno con cui l’unico fisioterapista presente assisteva i bambini nonostante la scarsità di strutture a disposizione.
Il reparto di fisioterapia è un’ancora di salvezza per tutte le madri dell’area circostante al villaggio, anche per quelle che abitano a oltre 30 km di distanza e che si recano qui quando i mariti le ripudiano per aver dato alla luce un figlio disabile. Con questo programma, SOS Villaggi dei Bambini aiuta i figli a crescere e a diventare indipendenti, infondendo speranza nelle famiglie e preservando la loro unità.
Una scuola per tutti
Qui la gente è così povera da non potersi permettere nemmeno il biglietto del bus con cui raggiungere il centro medico, oppure abita in aree non servite dai mezzi pubblici. Così SOS Villaggi dei Bambini aveva istituito un servizio di minibus che, però, è stata costretta a interrompere a causa dei costi troppo alti. Chi lo racconta nasconde a stento la sua delusione. Proseguendo con la visita, ci è stato presentato il reparto di ergoterapia. Ancora una volta, sono rimasta senza parole davanti alla dedizione e agli sforzi con cui – a dispetto della mancanza di strumenti basilari – gli operatori fanno il possibile per mettere i bambini nelle condizioni di poter frequentare la scuola per disabili, che è anche la nostra prossima tappa.
Un solo insegnante per 18 bambini, tra i 5 e i 6 anni, con disabilità diverse: sindrome di down, sindrome da deficit di attenzione e iperattività, difficoltà nell’apprendimento e cecità. Al nostro arrivo, la classe stava seguendo una lezione di Inglese, la loro seconda lingua dopo il Chichewa. Tutti sono capaci di esprimersi, presentarsi, leggere e scrivere testi semplici. I bambini con meno problemi in futuro saranno inseriti in una scuola tradizionale.
Mai soli
Durante la visita, abbiamo incontrato anche il preside della scuola, che ci ha raccontato che l’istituto è frequentato da 800 bambini, alle elementari sono in media 50 per classe! Nel cortile sul retro del Centro Medico, una donna stava vendendo sacchetti di patatine. Una porzione costa 50 kwacha, poco più di 20 centesimi di euro. Mi è stato detto che è stato il Villaggio a proporre alla donna di gestire questa bancarella per il pranzo, così che potesse guadagnare qualche soldo e magari riuscire a mandare suo figlio a scuola. Qui, non ci si prende cura solo di orfani, si fa molto di più.
Un progetto lungimirante
La scuola è stata aperta da SOS Villaggi dei Bambini ed è rinomata per la qualità dell’istruzione. Il centro accoglie gli orfani, ma anche altri bambini della comunità, facilitando l’integrazione. Il fondatore di SOS Villaggi dei Bambini, Herman Gmeiner, era una persona molto lungimirante e si vede che è stato fatto buon uso di ogni centesimo donato: lo sa bene il revisore dei conti, che da una settimana si trova qui per verificare che sia tutto in regola.
Imparare a diventare grandi
Successivamente, abbiamo incontrato la preside della Scuola Media. È una donna dotata di un grande senso dell’umorismo e non fa un mistero della sua età, che è la prima cosa che ci dice dopo essersi presentata. Ero quasi tentata di fare lo stesso, ma ho lasciato che continuasse con le presentazioni. Dopo i saluti con tutto il corpo insegnante con la testa sovraccarica di nomi mai sentiti prima, siamo passati a visitare l’asilo nido. L’edificio era immerso nel silenzio, dato che gran parte dei bambini infatti stava facendo il tradizionale pisolino pomeridiano.
Alla fine, abbiamo incontrato anche il responsabile del Villaggio SOS, una donna affabile e sempre occupata con la valutazione dei profili dei potenziali nuovi piccoli ospiti della comunità. Servono dei controlli molto accurati, perché sono tanti i genitori che pur di affidare i propri figli al Villaggio sarebbero disposti a spacciarli per orfani.
Mentre stavamo parlando con la preside, tre bambini sono venuti a mostrarle i disegni. Li ha guardati, firmati, restituiti e, infine, ha premiato gli studenti con un dolcetto. Anche noi abbiamo partecipato alla valutazione dei lavori dei tre bambini. Nel suo tempo libero, la preside della scuola media è costantemente invitata a matrimoni e cresime, dato che molti dei suoi ex studenti ora sono adulti. Questa è davvero un’organizzazione incredibile!
Adotta a distanza un bambino del Malawi.
In Malawi, il primo Villaggio SOS è stato aperto nel 1996. Anno dopo anno, il centro è stato ampliato con nuove strutture come il Centro

soschildrensvillages.org.uk
Medico e i laboratori professionalizzanti. SOS Villaggi dei Bambini ha molto a cuore il suo ruolo di “genitore”: i futuri mariti e le future mogli, insieme alle rispettive famiglie vengono interrogati per accertare che le tribù di appartenenza siano culturalmente compatibili, proprio come qualsiasi buon genitore si preoccuperebbe di conoscere a fondo il compagno della propria figlia.
Siamo stati anche in una casa famiglia, a farci da guida è stata la Mamma SOS che la abita. Una camera è per i ragazzi, che si spartiscono i 3 letti a castello disponibili, mentre le femminucce occupano un’altra camera, dal lato opposto della casa, dove ci sono 5 letti a castello. Considerato il numero di abitanti, ogni camera è sorprendentemente pulita e a turno ognuno ha il compito di fare le pulizie o cucinare.
All’età di 15 anni, i ragazzi di ogni Villaggio SOS vengono trasferiti nelle Case del Giovane, affinché possano diventare più indipendenti pur restando vicini alle loro Mamme SOS: è qui che resteranno mentre frequenteranno l’Università o i laboratori professionalizzanti. Da quel momento, dovranno badare a loro stessi da soli.
Vuoi adottare a distanza un bambino del Malawi? Clicca qui!
Vuoi andare anche tu a trovare il bambino che hai adottato a distanza? Scrivi a adozioniadistanza@sositalia.it
Per maggiori informazioni
- Il diario di Viaggio di Maureen (capitolo 1);
- Versione originale (in Inglese, da SOS Villaggi dei Bambini UK);
