Il Diario di Viaggio di Maureen: sei mesi al Villaggio SOS di Lilongwe (parte 3)
Com’è la vita in un Villaggio SOS? Come si vive in uno dei paesi in cui la nostra associazione è operativa? A volte capita che un sostenitore abbia il desiderio di andare a trovare il bambino che ha adottato a distanza anche per capire se fosse una adozione sicura, un’esperienza che molti altri hanno raccontato positivamente. Con questa rubrica speriamo di dare un’ulteriore risposta a questa e altre domande. Nel 2011, Maureen e Martin hanno visitato il Villaggio SOS di Lilongwe, in Malawi. La loro esperienza è stata raccontata in un blog, che abbiamo pensato di riproporvi. In questo terzo capitolo, Maureen e il marito si mettono alla prova presso il centro professionale e l’infermeria del Villaggio SOS di Lilongwe.
In che guaio mi sono cacciata?
“Ieri, abbiamo visitato il centro professionale, che si trova a 20 minuti di cammino dal Villaggio. Qui, i ragazzi che hanno almeno 18 anni vengono formati per diventare muratori, agricoltori, gestori di hotel, tecnici, imprenditori, fashion designer, carpentieri o elettricisti qualificati. Alcune materie, come cucito, carpenteria o muratura, sono obbligatorie per i ragazzi e anche per le ragazze.
Me l’ero cercata: avevo confessato di voler dare una mano con la parte relativa all’agricoltura e sono stata presa alla lettera. Mi hanno portata davanti a un’intera classe di studenti (quando parlare in pubblico non è mai stato il mio forte), ho dovuto presentarmi e alla fine mi sono fatta strappare la promessa che avrei tenuto una lezione! Suppongo ci sia una prima volta per tutto, anche se questa era una prima volta davvero sconvolgente per me e non ho potuto far altro che passare il resto della giornata immersa nei preparativi della lezione”.
In cattedra tra pratica e teoria
“Così, oggi, dalle 8 alle 10 si è svolta la mia lezione. Ho cercato di coinvolgere i miei studenti, spingendoli a intervenire e scrivendo i concetti chiave alla lavagna. Sono tutti molto educati: la loro condotta in aula è ottima, sono io che ho avuto qualche problema e sono stata costretta a chiedere di ripetere quello che dicevano anche 4 volte prima di abituarmi al loro accento e alla loro cadenza in Inglese.
Dopo la teoria, abbiamo fatto un’ora di pratica sul campo per mostrare come si tagliano foglie e steli e come si utilizza la tecnica della propaggine sul Kalanchoe, sulle patate dolci e sulla granadilla (il frutto della passione). Alla fine della lezione, sono uscita dal centro professionale sollevata e soddisfatta, ma non prima di aver regalato alla classe i guanti da giardinaggio, le cesoie, i semenzai e alcuni semi che avevo portato con me dall’Inghilterra. Nel pomeriggio, ho preparato la lezione che terrò prossimamente sulle foglie dei vegetali. Il corso di Alimentazione che avevo seguito via internet poco prima di partire si è rivelato utile. Per domani, comunque, posso stare tranquilla: nella lezione di cucito sarò soltanto una semplice assistente e non un’insegnante”.
La commozione di Martin
“La giornata è stata piuttosto intensa anche per Martin. Il mio compagno è un pediatra e ogni pomeriggio si occupa di alcuni pazienti insieme a uno dei due responsabili del Centro Medico del Villaggio SOS di Lilongwe. Oggi nel Centro Medico del Villaggio SOS ha visitato una bambina con una malattia molto rara. Ecco cosa mi ha raccontato”.
“Quando sono entrato nel centro di riabilitazione del Villaggio SOS, ho nascosto a stento la mia commozione. Non pensavo che sarei riuscito a trattenere le lacrime. Sono abituato a lavorare nei reparti di pediatria delle comunità con bambini disabili. In Cornovaglia, visito bambini con gli stessi problemi: paralisi cerebrali, ritardi nella crescita e difficoltà nella comunicazione – solo il colore della pelle era diverso. Qui, però, sono molti di più, accompagnati da madri e parenti premurosi e affettuosi, impegnati a mettere in pratica le tecniche di fisioterapia che un membro dello staff insegna pazientemente. Il fisioterapista e l’ergoterapista che lavorano qui sono persone eccezionali. Questa mattina, nel centro c’erano 25 bambini, tutti con problemi di una certa gravità. Ognuno di loro era incoraggiato a camminare reggendosi su stampelle o supporti di varia natura. Mi è stato chiesto un parere su una bambina di 3 anni. Era pulita e vestita con estrema cura: per l’occasione le avevano fatto indossare un abito da cerimonia. La piccola soffre di una rara malattia autoimmune associata a un tumore al cervello a causa del quale ha un occhio sporgente. Come se non bastasse, è affetta anche da idrocefalia. Mai come in quel momento ho pensato a quanto la gente di questo paese abbia veramente bisogno di aiuti umanitari.”
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Per maggiori informazioni:
- Versione originale (in Inglese, da SOS Villaggi dei Bambini UK);
- Il diario di Viaggio di Maureen (capitolo 1);
- Il diario di Viaggio di Maureen (capitolo2);
