Futuro da Proteggere: la campagna di AGIRE per la giornata mondiale per la prevenzione dei disastri naturali
20 Maggio 2012: un terremoto di magnitudo 5.8 e il conseguente sciame sismico portano la devastazione nelle province di Ferrara, Mantova, Reggio Emilia, Bologna e Rovigo. Muoiono 27 persone, mentre i danni ammontano a oltre 15 miliardi di euro. 21 luglio 2012, un’alluvione di dimensioni sconcertanti sommerge Pechino provocando danni per quasi 2 miliardi di dollari uccidendo 79 persone. 25 Ottobre 2012, l’uragano Sandy inizia la sua traversata della costa occidentale degli Stati Uniti. Moriranno 131 persone, mentre la super tempesta causerà danni per circa 63 milioni di dollari. Sono questi i disastri naturali più costosi che, insieme alla siccità e ai tornado che hanno colpito gli USA, si sono abbattuti sul nostro pianeta nel corso del 2012.
In totale, sono 357 le catastrofi naturali verificatesi lo scorso anno, 124 milioni le morti causate, 157 miliardi di dollari i danni provocati. Ma a colpire maggiormente è la scoperta che tra le tre aree che ne hanno risentito maggiormente, insieme a Cina e Stati Uniti, compare proprio l’Italia.
Prevenire, quindi, non è una necessità astratta, ma un bisogno che interessa in prima persona anche noi e che consentirebbe di attutire il sempre maggiore impatto economico che queste calamità causano. Secondo una stima del gruppo assicurativo Munich Re, infatti, negli ultimi 25 anni le perdite globali causate dai disastri naturali sarebbero cresciute più del 200%, una velocità di gran lunga superiore ai ritmi di crescita del PIL dei paesi OCSE, che porta a una triste conclusione: rischiamo di perdere più ricchezza di quella che accumuliamo.
Sono queste le considerazioni che spingono AGIRE (Agenzia Italiana Risposta alle Emergenze) a lanciare in occasione della Giornata Mondiale per la Riduzione dei Disastri (13 ottobre) “Futuro da Proteggere”, una campagna di sensibilizzazione dalle tinte forti come quelle delle immagini che utilizza, ovvero le foto scattate da Luca Rossini, e che Shelly Sandall, Presidente di AGIRE, ha definito
“.. foto provocatorie e di valore artistico per una campagna che fa leva sull’importanza della vita umana e sulla necessità di proteggerla attraverso un’adeguata prevenzione. Un modo originale per comunicare il tema delle catastrofi naturali e far capire quanto sia vicino a tutti noi, ma anche per dire che prevenire e proteggere si può. Lo dimostrano i progetti di prevenzione del rischio sviluppati nel mondo dalle organizzazioni non governative della rete di AGIRE, che da anni lavorano perché cambiamenti climatici, urbanizzazione, povertà e degrado ambientale – cause principali dell’aumento del rischio di catastrofi naturali e dell’incidenza dei danni – siano in parte mitigate.”
A Roma, anche i taxisti della Cooperativa Samarcanda hanno abbracciato l’iniziativa e il 13 ottobre i loro passeggeri divideranno il taxi con un insolito ospite: un manichino in dolce attesa, incaricato di sensibilizzare i suoi compagni di viaggio sull’importanza della prevenzione.
Per chi non vive nella capitale, invece, oltre alle immagini ci sono i racconti dei sopravvissuti e i dati, che testimoniano come prepararsi a far fronte alle calamità possa davvero fare la differenza.
Eloquente il caso del Mozambico, che nel 2002 chiese 2.7 milioni di dollari per prepararsi ad affrontare le alluvioni, ma ottenne poco più della metà. Nello stesso anno, le alluvioni che colpirono questo stato portarono la comunità internazionale a spendere 100 milioni di dollari in aiuti umanitari e altri 450 milioni per la ricostruzione, denaro che avrebbe potuto essere risparmiato cambiando il modo di guardare a questi disastri.
Attualmente, infatti, i fondi raccolti tramite le donazioni vengono destinati in gran parte (circa il 65,5%) alla risposta all’emergenze, ovvero alla fase che segue il passaggio della calamità naturale. Questo nonostante investire nella prevenzione potrebbe dimostrarsi davvero vincente, come testimonia l’esperienza della piccola Lamia.
Nel 2007, il ciclone Sidr ha ucciso 4000 persone in tutto il Bangladesh, ma a Char Bangla, un’isola del Golfo del Bengala, tutta la comunità è riuscita a mettersi in salvo grazie all’attività di prevenzione svolta nelle scuole, che insegnano agli studenti come comportarsi in situazioni come questa. Se la popolazione si è salvata, infatti, il merito è tutto di bambini come Lamia, che col suo tentativo disperato di portare tutta la famiglia nel rifugio, è riuscita a salvare la sorellina e i genitori da morte certa, dato che la furia dell’uragano ha spazzato via la casa dove abitavano.
Se quanto accaduto all’epoca non ha portato a nessun cambiamento di rotta e ad oggi i danni e la frequenza delle calamità naturali non fanno altro che aumentare, dobbiamo pensare che le prospettive future siano tutt’altro che incoraggianti, ma è davvero così?
Fortunatamente no: infatti, nonostante il picco dei costi economici, il 2012 si è chiuso anche con una nota positiva: il numero delle vittime dei disastri naturali è stato inferiore a 10.000, il più basso dell’ultimo decennio, un dato che dovrebbe spingerci a lavorare su quei fattori che amplificano la portata di queste calamità naturali così da proteggere davvero il nostro futuro.
Per maggiori informazioni su “Futuro da Proteggere”:
- Sito ufficiale di Agire
- Dossier di Agire (Pdf: 3Mb)
