Vecchi e senza figli: è questo il futuro del mondo?
Secondo l’Unfpa (Agenzia per le Nazioni Unite per la Popolazione), nel 2050 la popolazione mondiale sarà composta per la maggior parte da anziani. In soli 40 anni l’umanità arriverà ad avere un’età media di 60 anni, mentre gli ultracentenari arriveranno a 3 milioni. Attualmente in Italia il 27% dei cittadini ha un’età maggiore di 60 anni, ma si stima che la percentuale salirà al 38.4% nel 2050. Questi i dati presentati nel rapporto delle Nazioni Unite “Ageing in the Twenty-First Century”, esposto il 2 ottobre a New Delhi in India in occasione della Giornata internazionale dell’anziano, data meglio nota come la Festa dei Nonni.
La previsione è allarmante non perché non piaccia l’idea di avere sempre vicino un nonno o una nonna saggi e affettuosi, ma perché questo implicherebbe un invecchiamento precoce del pianeta e un rallentamento del progresso, dannoso per la sopravvivenza della specie umana. Ma non solo. Un società composta per gran parte da ultra sessantenni è una società che non è in grado di autosostenersi, ma che al contrario ha bisogno di fondi ed energie maggiori per garantire a tutti una pensione, cure mediche adeguate, assistenza in case di riposo e strutture per anziani, e tutto il necessario per invecchiare e concludere la propria vita dignitosamente.
Per questo motivo l’Unfpa ha dato vita ad una iniziativa molto importante per i diritti degli anziani, Call for Nomination 60 over 60. Sul sito internet o sulla pagina Facebook di Unfpa e di HelpAge International è possibile postare la fotografia di un uomo o una donna ultrasessantenni, anche se stessi, di cui raccontare la storia da condividere col mondo. Perché? Perché gli anziani hanno tanto da raccontare e da insegnare, esperienze e memorie che il tempo cancellerà e di cui invece bisognerebbe conservare il ricordo.
Mentre UNICEF si dichiara soddisfatta per la diminuzione della mortalità infantile, l’Onu diffonde questa notizia. Le cause sono molteplici: il progresso ha allungato l’età media grazie alla scoperta di cure anche per le malattie gravi, ma d’altro lato la crisi economica che sta investendo un po’ tutti gli stati del mondo è il motivo della decrescita della natalità particolarmente nel mondo occidentale.
Si aggiunga poi che a causa di crisi alimentari, guerre e calamità naturali che spesso investono Asia e Africa, moltissimi bambini muoiono mentre in India e in Pakistan i bambini non risultano neppure esistere in quanto i censimenti o sono approssimativi o non vengono effettuati. Che dire poi della Cina, che con la sua politica del figlio unico non fa altro che accelerare la corsa verso l’invecchiamento della popolazione?
Cosa si può fare allora per invertire la rotta di questa previsione? La soluzione in tempi di crisi economica forse non è l’incremento eccessivo della natalità, poiché si rischierebbe come in Grecia e come tra poco potrebbe accadere anche in Spagna e in Italia, di mettere al mondo un figlio ma di non potergli garantire né acqua e cibo, né la salute e l’istruzione.
Per questo motivo una soluzione al problema è sostenere e far crescere nel modo migliore tutti i bambini del mondo. Attraverso l’adozione a distanza, con donazioni a favore di associazioni onlus, facendo volontariato in Italia o all’estero è possibile contribuire concretamente e dare il proprio aiuto alle associazioni onlus e no profit che ogni giorno lavorano sul territorio per garantire ai bambini di Asia, Africa, America, Oceania e Europa la possibilità di diventare adulti.
Per maggiori informazioni e approfondimenti:
- http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=169927
- http://www.avvenire.it/Mondo/Pagine/onu-anziani-bimbi.aspx
- http://www.50epiu.it/Home/Notizie/tabid/63/ID/664/ONU-2050-piu-anziani-che-bambini.aspx
- http://www.unfpa.org/public/home/news/pid/12232
- http://unfpa.org/ageingreport/
- http://www.helpage.org/
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Video sul contest 60 over 60, gli anziani e i bambini da Youtube:
