La guerra a Gaza a suon di raid aerei e tweet
Perché a Gaza si combatte e perché ogni giorno di fronte a tv, radio e internet, assistiamo inermi alla morte di decine di bambini senza nome, colpa e senza nessun colore politico? Dal 14 novembre 2012 si susseguono senza sosta i raid aerei israeliani nella Striscia di Gaza, zona rossa a causa degli scontri tra Hamas e Israele e dove, negli ultimi giorni dopo 45 anni di silenzio, sono tornate in funzione le sirene di allarme. In meno di una settimana tra i civili decine di bambini sono stati uccisi a Gaza perché i razzi lanciati da Israele contro la città palestinese, in risposta agli attacchi precedenti di Hamas, hanno raggiunto e colpito diversi bersagli civili, non facendo nessuna distinzione tra scuole, uffici e abitazioni.
Il bilancio attuale è di 90 morti e 700 feriti circa, ma nonostante ciò il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu ha dichiarato che Israele è pronta a espandere l’operazione militare, mentre da parte sua Hamas ha continuato per tutto il giorno a sparare razzi facendo la conta dei colpi andati a segno su internet. Sì su internet, perché nell’era del web 2.0 ormai la guerra si combatte anche in rete: il portavoce dell’esercito di Hamas, infatti, continua la sua campagna mediatica a sostegno dell’attacco a Israele, con attività sui social network, in particolare su Twitter, e con un blog aggiornato minuto dopo minuto. La crudeltà umana va in diretta mondiale insomma, e gli attacchi sanguinari diventano anche una maniera per cercare visibilità nello show mediatico della guerra di informazioni tra i due schieramenti.
Le comunicazioni con Gaza si fanno sempre più difficili anche a causa dei bombardamenti sul Palazzo dei Giornalisti, dove hanno sede le principali emittenti televisive nazionali e internazionali tra cui Sky News e il network britannico ITN. Le città israeliane più colpite sono Ashdod, Ashkelon e Ofakim e la situazione nelle ultime 48 ore non accenna a migliorare.
E il resto del mondo come si comporta di fronte al conflitto israelo-palestinese? L’Egitto rappresenta il principale mediatore tra le due parti. Proprio qui infatti stanno avendo luogo i colloqui con le Nazioni Unite per trovare un accordo di pace. L’America del neo eletto presidente Obama, invece, si schiera dalla parte di Israele, sostenendo il diritto a difendersi contro Hamas. Viceversa, i paesi arabi come l’Iran accusano Israele di aver attaccato Gaza ingiustamente.
Come aiutare i bambini dei Territori Palestinesi? Il primo ministro israeliano Netanyahu si è dichiarato pronto ad accettare una tregue a patto che da Gaza cessino i lanci di missili contro le città israeliane ma nel frattempo è necessario prestare soccorsi e aiuti immediati alla popolazione rimasta senza cibo, acqua e casa e soprattutto proteggere i bambini rimasti orfani o abbandonati durante gli scontri. Molte associazioni onlus e no profit impegnate in questa zona dell’Asia con azioni di volontariato e campagne umanitarie realizzate grazie alla generosità di chi ha effettuato donazioni a favore di una onlus+, accolgono in questi momenti difficili quanti più bambini soli o insieme alle loro famiglie, prestando loro i primi soccorsi e cercando di metterli al riparo da bombe e attacchi ai civili.
Per maggiori informazioni e approfondimenti
- http://www.ilpost.it/2012/11/18/le-ultime-da-gaza-e-israele/
- http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/11/19/gaza-continua-strage-dei-bambini-ashton-soluzione-a-lungo-termine/418574/
- http://www.tg1.rai.it/dl/tg1/2010/articoli/ContentItem-59a368f2-974b-4545-b7c7-0ee01edce6ea.html
- http://www.ilmessaggero.it/primopiano/esteri/gaza_commento/notizie/232606.shtml
- http://www.lastampa.it/2012/11/19/esteri/nuovi-raid-aerei-su-gaza-morti-israele-colpiti-obiettivi-di-hamas-1JLphozMt0QaE2s9DBIrVJ/pagina.html
- http://www.bbc.co.uk/news/world-middle-east-20386755
- http://it.reuters.com/article/topNews/idITMIE8AI00220121119
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