La salute di bambini e ragazzi in Italia
La Società Italiana di Pediatria e Osservasalute, l’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane, hanno presentato il loro primo rapporto dal titolo “Libro Bianco”: una ricerca approfondita sullo stato di salute e la qualità dell’assistenza alla popolazione in età pediatrica nelle regioni italiane. Di seguito vi segnaliamo alcuni spunti tratti dal documento.
Dal 1871 al 2009 il tasso di natalità in Italia si è quasi dimezzato: oggi si contano 9,5 bambini ogni 1000 abitanti. Una delle ragioni di tale diminuzione risiede nelle difficoltà economiche che si trovano ad affrontare le giovani coppie e nella mancanza di adeguate politiche d’incentivazione sociale per le famiglie.
La qualità del servizio offerto dai pediatri è alta, anche se con auspicabili migliorie nelle regioni del sud, ma si teme una diminuzione nel numero dei medici a partire dai prossimi anni, dovuta alla mancanza di nuovi specialisti pronti a prendere il posto di coloro che andranno in pensione.
Il rapporto sottolinea inoltre la mancanza di servizi all’interno degli ospedali dedicati agli adolescenti, che vengono infatti curati nei reparti pediatrici o in quelli per gli adulti, senza ricevere così un’assistenza specifica per la loro età.
Un tasto dolente è l’alimentazione. Sempre più bambini in Italia mangiano distrattamente e assumono troppi grassi, che se sommati alla mancanza di sport e giochi all’aria aperta, portano a obesità e sovrappeso, fenomeni in crescita tra i bambini italiani.
Se i bambini, in media, godono di un buono stato di salute, queste cattive abitudini nell’infanzia potrebbero portare a rischi nella loro crescita. Per questo motivo i genitori dovrebbero scegliere gli alimenti più adatti e salutari per i loro figli, mentre nella realtà molte famiglie italiane chiedono ai bambini cosa vogliono mangiare, ricevendo risposte spesso più influenzate dalla gola o dalla pubblicità.
Non manca purtroppo il dato sui bambini fumatori: 1 ragazzo su 5 tra i 15 e i 24 anni, consuma quotidianamente sigarette.
Fonte: Corriere.it
