Tragedia di Lampedusa: e se fossimo noi?
La responsabilità morale della strage che sta avvenendo nelle acque di Lampedusa è tutta della coppia Boldrini-Kyenge. La loro scuola di pensiero ipocrita che preferisce politiche buoniste alle azioni di supporto nei paesi del terzo mondo porta a risultati drammatici come questi.
Le parole di Gianluca Pini e della Lega Nord sono le parole dell’italiano medio?
Agli occhi di un immigrato, Lampedusa appare come la porta che conduce all’Europa, l’ultimo ostacolo che separa tanti immigrati da Africa e Asia dal ricongiungimento con le loro famiglie e dall’inizio di una nuova vita, per altri ancora, però, quest’isola e le sue acque sono il cimitero dove riposeranno per sempre.
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È stato questo il destino degli oltre 80 migranti, tra cui due donne incinte e circa una trentina di bambini, morti a largo dell’Isola dei Conigli, a causa del naufragio dell’ennesima carretta del mare. Le cifre e i dati aggiornati continuano a cambiare e, al momento, dei 500 passeggeri del traghetto i dispersi sarebbero ancora 250.
Non è la prima nave a naufragare al largo dell’isola, ma più passa il tempo più queste tragedie negli sbarchi sembrano anestetizzare la sensibilità e la consapevolezza di tutti noi. Spinge a riflessioni di questo tipo l’agghiacciante racconto dei superstiti, che avrebbero visto pescherecci italiani passare accanto alla carretta del mare in difficoltà ignorando le grida d’aiuto dei suoi passeggeri, visti come clandestini.
A riferirlo è il sindaco di Lampedusa, Giuseppina Maria Nicolini.
Alcuni motopesca, due o tre, sono passati e sono andati avanti senza aiutarli. Questo è quello che dicono loro, ma se è vero bisognerà fare luce anche su questo.
La realtà è che “rimandarli a casa” per molti continua a essere l’unica soluzione, ma la volontà di “proteggere” l’Italia non fa altro che rivelare la scarsa conoscenza del nostro passato e, in un certo senso, anche del nostro presente.
Perché quando si parla di immigrazione, ci dimentichiamo dei giovani italiani che lasciano il Bel Paese in cerca di lavoro e fortuna all’estero? Perché continuare a parlare solo e soltanto di “fuga di cervelli”, quando nelle strade a Londra gli italiani non lavorano soltanto ai piani alti degli uffici, ma anche per le strade, dove distribuiscono volantini, o tra i tavoli dei ristoranti?

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La realtà è che in tanti sembrano aver dimenticato che l’Italia è ed è stata un paese di immigrati, con la differenza – rispetto a nazioni come l’Etiopia o la Somalia – che la nostra penisola ha raggiunto una versione 2.0 dell’emigrazione.
Sono cambiati i mezzi, l’expertise e l’età media, ma gli Italiani continuano a spostarsi e continuano a essere, loro malgrado testimoni di come le migrazioni non possano essere fermate.
Certo, è altrettanto importante risolvere i problemi “a casa loro”, come potrebbe dire qualcuno, ma nessun intervento può essere efficace senza la consapevolezza che l’immigrazione è una battaglia che si combatte su due fronti e “a casa nostra” le armi con cui farlo sono due: integrazione e consapevolezza.
Succedeva sempre che a un certo punto uno alzava la testa… e la vedeva. È una cosa difficile da capire. Voglio dire… Ci stavamo in più di mille, su quella nave, tra ricconi in viaggio, e emigranti, e gente strana, e noi… Eppure c’era sempre uno, uno solo, uno che per primo… la vedeva. Magari era lì che stava mangiando, o passeggiando, semplicemente, sul ponte… magari era lì che si stava aggiustando i pantaloni… alzava la testa un attimo, buttava un occhio verso il mare… e la vedeva.
Allora si inchiodava, lì dov’era, gli partiva il cuore a mille, e, sempre, tutte le maledette volte, giuro, sempre, si girava verso di noi, verso la nave, verso tutti, e gridava (piano e lentamente): l’America. Poi rimaneva lì, immobile come se avesse dovuto entrare in una fotografia, con la faccia di uno che l’aveva fatta lui l’America. La sera, dopo il lavoro, e le domeniche, si era fatto aiutare dal cognato, muratore, brava persona… prima aveva in mente qualcosa in compensato, poi… gli ha preso un po’ la mano, ha fatto l’America…
(Niccolò Baricco, Novecento)
Per maggiori informazioni e approfondimenti:
- Lampedusa, Lega: Boldrini e Kyenge responsabili morali. (Il Messaggero):
- Io sindaco di Lampedusa, in sei mesi ho sepolto 21 cadaveri (Linkiesta):
- Lampedusa, naufraga barcone di migranti (Corriere della Sera)
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