L’era dei locali ChildFree: le nuove famiglie italiane e i bambini
Articolo scritto da Roberta Gotti
Quando ero piccola avevo un’immagine della famiglia che includeva i nonni, i genitori, tanti bambini e un’unica tavola imbandita dove tutti insieme si pranzava discorrendo del più e del meno raccontandosi i fatti capitati durante la giornata. Chi si accontentava di avere solamente un figlio lo faceva per motivi economici o di salute altrimenti il desiderio era quello di dare vita a nuclei famigliari sempre più numerosi in cui ci si potesse prendere cura gli uni degli altri e condividere quanto più tempo possibile.

Foto dall’archivio di SOS Villaggi dei Bambini Onlus
Oggi tutto questo sembra essere davvero molto lontano… difficile trovare famiglie con più di due o tre figli a prescindere dalla situazione economica e ancora più difficile trovare nonni, genitori e nipoti che condividono la stessa casa o comunque abitazioni vicine. Spesso ci si ritrova solamente in occasione di qualche festività e si finisce con il passare il tempo attaccati a cellulari, tablet o televisori invece di chiacchierare e condividere la vita.
L’idea di famiglia come luogo in cui trovare rifugio, protezione e comprensione si sta perdendo sempre di più e questa tendenza trova conferma nel numero sempre maggiore a livello mondiale ma anche europeo di coppie “childfree”, coppie cioè che decidono di non avere figli non tanto per motivi di ordine economico o di salute quanto perché un figlio rappresenta un impegno troppo gravoso e in quanto tale non rientra nei loro progetti di vita.
Se questo tipo di scelta è già difficile da comprendere per tutte quelle coppie che invece un figlio vorrebbero tanto averlo ma non riescono, oggi questa tendenza trova ulteriore riscontro nella nascita di ristoranti e locali childfree.. ovvero ristoranti, hotel, voli aerei, stabilimenti balneari e altri luoghi pubblici e di intrattenimento dove i bambini non possono accedere nemmeno se accompagnati dai genitori!
Questa tendenza, nata negli Stati Uniti dopo l’uscita del libro della “mamma pentita” Corinne Maier, si sta diffondendo in tutto il nord Europa arrivando fino al nostro paese trainata dall’industria del turismo con hotel , ristoranti e voli aerei per soli adulti che hanno avuto notevole successo. I sostenitori di questa filosofia spiegano come la presenza dei bambini sia spesso causa di fastidi per gli altri ospiti della struttura in quanto.. piangono, corrono, urlano e creano scompiglio e confusione e che per questo motivo è stata fatta la scelta di inibirne l’accesso.
Un tempo una strategia di marketing di questo tipo sarebbe stata sicuramente fallimentare perché quasi tutti avevano figli ma guardando le statistiche più recenti (Ocse) vediamo chiaramente che il numero delle donne nate dopo il 1965 che ha deciso di non avere figli è superiore al 24% ed è in continua crescita e questi dati indicano come la scelta di avere luoghi “childfree” sia sicuramente azzeccata dal punto di vista imprenditoriale e apprezzata da un largo numero di persone che ha sposato questa filosofia. Ma come la mettiamo dal punto di vista morale?

Foto dall’archivio di SOS Villaggi dei Bambini Onlus
Leggendo i sondaggi ed i commenti a proposito di questa notizia le reazioni sono state ovviamente molto discordanti. C’è chi se la prende con i genitori che non sono più in grado di educare i loro figli ad un comportamento civile nei luoghi pubblici, c’è chi se la prende con gli albergatori che escludendo i bambini compiono una scelta eticamente riprovevole, c’è chi se la prende con la gente che non ha più pazienza e non riesce più a vedere nei bambini il proprio futuro ma vede solamente i problemi e poi c’è ancora chi se la prende con lo stato che permette ai privati di compiere discriminazioni di questo genere.
Le opinioni su questo argomento riflettono ovviamente le scelte di vita che ciascuno di noi fa seguendo i propri ideali… chi condanna queste scelte è quasi sempre qualcuno che ha deciso di avere figli o che comunque ne vorrebbe perché pensa ancora che la famiglia sia il punto cardine della vita di ciascuno di noi. Chi invece appoggia queste scelte è quasi sempre una persona che ha deciso di non avere figli prediligendo altro come la carriera e l’indipendenza e che per questo motivo preferisce frequentare luoghi dove vi siano altre persone che hanno condiviso lo stesso tipo di scelta. Ovviamente ci sono le dovute eccezioni come in tutte le cose.
Un tempo si parlava di discriminazione nei confronti delle donne o di discriminazione razziale… oggi è nata anche la discriminazione nei confronti dei bambini e, anche se sarebbe molto facile, piuttosto che sostenere o condannare questa scelta io preferisco cercare di capire… capire perché tutto ciò su cui si fondava la nostra società si stia lentamente sgretolando lasciando spazio ad un vuoto che comunque non si sa con più cosa riempire.
Articolo scritto da Roberta Gotti
Per maggiori informazioni e approfondimenti:
- http://childfreezone.blogspot.it
- http://en.wikipedia.org/wiki/Childfree
- https://www.adozione-a-distanza.info/il-mondo-invecchia-un-futuro-senza-figli/
- http://espresso.repubblica.it/attualita/2013/11/11/news/figli-no-grazie-1.140811
- http://www.repubblica.it/cronaca/2014/01/27/news/childfree_no_kids_luoghi_vietati_ai_bambini-77023074/
- http://www.donnamoderna.com/salute/childfree-motivi-psicologici
- http://werenothavingababy.com
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Video sul movimento Child Free da Youtube:
