Bambine sfruttate per abusi e lavoro minorile
Articolo scritto da Roberta Gotti
Secondo i dati diffusi dall’Unicef in occasione della giornata mondale del bambino africano del 16 giugno 2011 nell’Africa sub sahariana, che è la regione del pianeta con il più elevato tasso di lavoro minorile, sono circa 50 milioni i bambini che hanno perso uno o entrambi i genitori, prevalentemente a causa dell’AIDS, e molti di loro sono costretti a crescere da soli, con il supporto limitato o nullo di altri adulti. Per questo motivo più di un terzo dei bambini di età compresa tra 5 e 14 anni viene sfruttato per le forme più pericolose di lavoro e sottoposto ad ogni sorta di maltrattamento e di abuso.
Se estendiamo l’analisi a livello mondiale sono oltre 215 milioni i bambini di età compresa tra i 5 e i 17 anni che vengono strappati ai giochi, all’istruzione e alle loro famiglie per essere sfruttati nelle attività lavorative e di questi 115 milioni sono utilizzati per lavori pericolosi come nelle miniere, nei campi a contatto con pesticidi e altre sostanze pericolose e nella manifattura dove son costretti a maneggiare macchinari molto pesanti e pericolosi per la loro giovane età.
Di questi numeri altissimi le bambine rappresentano circa il 40% del totale e vengono utilizzate prevalentemente nelle attività legate all’agricoltura, svolgendo compiti nocivi per la salute come portare pesi, stare a contatto con sostanze chimiche, ecc. oppure nelle attività domestiche, arrivando a lavorare fino a 20 ore continuative ogni giorno. La violenza sulle donne, che inizia fin dalla più tenera età.
Benché l’attività domestica possa sembrare meno dura rispetto a quella agricola va considerato che le bambine vengono costrette ad abbandonare la loro casa per trasferirsi in quella dei datori di lavoro perdendo del tutto i contatti con i familiari e trovandosi sotto il completo controllo dei nuovi padroni che le impediranno di trascorrere del tempo con i coetanei e di andare a scuola per dedicarsi completamente ai lavori domestici.
Queste povere creature si vengono a trovare in una condizione di estrema fragilità che le espone a violenze fisiche, abusi verbali e persino sessuali. La gravità di questo genere di sfruttamento è principalmente legata ai danni fisici e morali che ne possono derivare. Queste bambine vengono infatti allontanate in giovanissima età dalla casa dei loro genitori spesso vendute come serve e “accolte” in una nuova casa dove vengono percepite come esseri inferiori, incapaci di comunicare perché parlano quechua e non spagnolo e nemmeno degne di avere un letto dove dormire. Bambine che non giocano più, sfruttate come schiave.
Vengono infatti costrette a stare su stuoie in stanze comuni, di passaggio per il resto della famiglia e quindi esposte allo sguardo e all’attenzione dei maschi della casa. Condizione che spesso le porta a subire abusi sessuali che vengono pagati in prima persona dalle vittime stesse con l’allontanamento dalla casa in cui lavorano.
Come abbiamo già visto a proposito della problematica dei matrimoni precoci la situazione della scolarizzazione delle bambine è particolarmente drammatica e anche questo abuso della loro presenza nel lavoro domestico e agricolo va a peggiorare la situazione. Secondo il dossier dell’ associazione onlus “Terre des hommes” solo il 27% delle bambine del Sudafrica ha accesso alla scuola secondaria e se ci si sposta in Asia, Nord Africa e Medio Oriente la situazione migliora ma non si va oltre il 51%.
Come aiutare i bambini? Per fermare questa grave violazione dei diritti dei bambini “Terre des Hommes”, assieme al Centro Yanapanakusun nato 15 anni fa a Cusco, ha avviato nel 2007 il progetto “Insieme per difendere i diritti dei bambini di Huancarani”. Si tratta di un intervento di prevenzione dello sfruttamento minorile, che promuove l’istruzione prescolare e primaria, la salute, la ricreazione e la partecipazione di 250 bambini tra i 3 e i 9 anni di famiglie povere ed emarginate che vivono nelle comunità rurali.
Questo progetto ha come scopo principale quello di fornire strutture, attrezzature e i mezzi economici necessari a dare accesso all’ istruzione al maggior numero di bambine possibile, coinvolgendo nel progetto anche le loro famiglie per far capire loro l’importanza di valori con l’educazione e l’istruzione e allontanare diffusissime forme di violenza domestica basate proprio sulla disperazione e la mancanza di cultura.
Nelle scuole viene appoggiato lo studio dello spagnolo oltre che del quechua per favorire l’integrazione delle popolazioni rurali nei luoghi cittadini e vengono promosse forme di assistenza e controllo sanitario per prevenire malattie come la parassitosi, l’anemia, malattia respiratorie e la malnutrizione. Per mezzo di attività ludiche viene insegnata l’importanza del divertimento e tramite l’insegnamento di attività artigianali e agricole viene incentivato lo sviluppo di piccole attività generatrici di reddito.
Sempre a Cusco è stato creato un centro di accoglienza per le ragazze che scappano da maltrattamenti e abusi subiti dalle loro famiglie che vanta anche una scuola serale per bambine e bambini lavoratori (ciclo primario e secondario, con formazione professionale nel campo turistico, sociale ed educativo). Molte delle ex bambine domestiche trovano poi lavoro nei progetti per le comunità rurali.
Tutte queste attività di sostegno all’infanzia hanno aiutato molte bambine e molto delle loro famiglie ad uscire dal problema dello sfruttamento minorile nei lavori più pesanti e di certo in molte altre parti del mondo sono in atto progetti di tutela all’infanzia come questo. Anche con la sensibilizzazione attraverso ricorrenze come la Giornata Mondiale delle Bambine, le associazione cercano di migliorare la consapevolezza del problema dello sfruttamento delle bambine in tutto il mondo.
La speranza è quella di sensibilizzare un numero sempre crescente di persone a tutte queste problematiche che le associazioni di cooperazione internazionale stanno affrontando con i mezzi a loro disposizione perché ogni entrata economica attraverso donazioni e adozioni a distanza permetta ad un numero sempre maggiore di bambini e di famiglie di accedere a queste forme di aiuto che per loro sono di importanza fondamentale.
Articolo scritto da Roberta Gotti
Per maggiori informazioni e approfondimenti:
- http://it.wikipedia.org/wiki/Lavoro_infantile
- http://www.unicef.it/doc/416/progetto-uniti-contro-lo-sfruttamento-dei-bambini.htm
- http://www.unimondo.org/Guide/Diritti-umani/Bambini-e-minori/Lavoro-minorile-100-milioni-di-bambine-sfruttate-la-minaccia-della-crisi-economica-104554
- http://www.indifesa.org
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