Donne e adozioni: 1 bambina e 2 mamme
Il 13 maggio 2012 è stata la festa della mamma: una festa sia per le mamme naturali che per quelle adottive. Adoblog vuole continuare a celebrare questa giornata raccontando la storia di due donne lontane tra loro ma accomunate da una bambina e da una dote: il coraggio.
La storia, realmente accaduta, ambientata tra il Guatemala e il Tennessee, è stata scritta dalla giornalista investigativa Erin Siegal, nell’incredibile quanto drammatico libro “Finding Fernanda: one child, two mother and a cross-border search for truth” a seguito di una ricerca durata anni.
Con l’aiuto di documenti ottenuti tramite richieste di Freedom of Information Act, e-mail e le fonti principali, sia in Guatemala che nei governi degli Stati Uniti, Erin Siegal ripercorre gli intrecci delle storie personali di Mildred Alvarado, madre naturale di Fernanda, e di Elizabeth Emanuel, madre adottiva. Il racconto vede sullo sfondo l’esplosione dell’industria delle adozioni o, per esser più precisi, del commercio di bambini in Guatemala a partire dal 2008. Ma andiamo con ordine.
Il 6 settembre 2006 Mildred Alvarado, incinta del quarto figlio, ha un’emorragia; il parto è atteso non prima di alcune settimane. Due sue nuove amiche, Sabrina e Rony, la accompagnano presso il Sanatorio San Antonio, una clinica privata di San Miguel, quartiere di Guantanamo City. A riceverle trovano il Dr. Miguel Paniagua che visita immediatamente Mildred la quale, terrorizzata, sostiene di “non sentire più il bambino”. Il dottore la rassicura: “Sento il battito del cuore. Le darò qualcosa per tranquillizzarla”, dice. A quel punto il dottore uscì dalla sala seguito da Sabrina, l’amica di Mildred. Successivamente Mildred ricorderà lo stupore provato nel vedere i genitori dell’altra sua accompagnatrice, Rony, colloquiare con il medico. Fu al termine di quel colloquio che un’infermiera entrò nella sala per addormentarla.
Quando Mildred si svegliò il giorno seguente faceva fatica a riconoscere il luogo dove si trovava. Non appena realizzò di essere all’interno di una sala operatoria si lasciò prendere dal panico: “Dov’è il mio bambino?”, urlò. Un’infermiera accorse informandola che era stata sottoposta ad un’operazione: “E’ una bambina, sta bene”. Mildred incredula chiese perché l’avessero fatta partorire, essendo il feto prematuro, ma l’infermiera la ignorò.
Mildred fu dimessa il 9 settembre, a seguito del pagamento di 538 dollari per ‘cure mediche’: sulla ricevuta di pagamento il campo contenente il nome del dottore non era stato compilato. In quegli stessi giorni Sue Hedberg, direttore dell’agenzia cristiana di adozioni della Florida ‘Celebrating Children’, si trovava in Guatemala. Il 10 settembre 2006 Sue inviò ad Elizabeth Emanuel, una donna statunitense del Tennessee, una mail contenente la foto di una neonata, Fernanda: era la bambina che la sua famiglia stava provando ad adottare in Guatemala.
Le foto che Sue inviò nelle settimane successive mostravano la bambina mentre giocava, all’interno di un ambiente accogliente ed ospitale, forse un orfanotrofio. Ma quelle foto non ritraevano Fernanda, era un’altra neonata, “la sorella di Fernanda” disse la direttrice del ‘Celebrating Children’ ad Elizabeth. Anche la sorellina di Fernanda aveva bisogno di adozione, quindi. Per Elizabeth l’esborso era economicamente insostenibile – Sue chiese per la seconda bambina una cifra addizionale di 25 mila dollari -, ma anche il solo pensiero di separare le due sorelline la faceva rabbrividire.
Elizabeth declinò l’offerta del direttore dell’agenzia di adozioni. Quello stesso giorno Sue presentò la neonata ad un’altra famiglia, i Thompson.
Né la famiglia Emanuel né i Thompson sapevano che quella neonata era stata sottratta illegalmente alla madre naturale in una clinica privata di Guatemala City.
Per Elizabeth si sarebbe trattato della quinta adozione, la prima dal Guatemala. L’agenzia le aveva riferito che la famiglia di Fernanda era troppo povera per prendersi cura della bambina, ma la richiesta economica per le due bambine l’aveva frenata, e insospettita. Un anno e mezzo dopo, grazie alla casuale lettura di un articolo di un giornale del Guatemala in cui la signora Mildred Alvarado denunciava la scomparsa della figlia dopo il parto subito il 6 settembre 2006, Elizabeth ricostruì la cronologia degli eventi e si mise in contatto con la redazione, e quindi con Mildred, mettendo in moto un processo che ha portato al ricongiungimento della piccola Fernanda con la madre naturale.
Nel 2008, a seguito di questi avvenimenti, il Guatemala sospese tutti i nuovi casi di adozioni internazionali. Nel 2010 la CICIG, una commissione investigativa delle Nazioni Unite, appurò che soltanto il 10% delle adozioni che venivano effettuate in Guatemala erano adozioni legali. Dal 2003 al 2008 il 20% dei 100 mila bambini adottati da famiglie statunitensi proveniva dal Guatemala.
‘Finding Fernanda’ mette in luce sul panorama altamente politicizzato dell’industria delle adozioni del Guatemala, un commercio miliardario al tempo stesso altamente redditizio e poco regolamentato. I bambini sono stati rubati, venduti e offerti come orfani per i genitori occidentali dal 1980. Entrambi i governi del Guatemala e Stati Uniti si sono ripetutamente dimostrati incapaci di regolare adeguatamente questo settore.
Con l’aiuto di documenti ottenuti tramite le richieste di Freedom of Information Act, e-mail, e fonti principali all’interno dei governi del Guatemala e degli Stati Uniti, Erin Siegal ripercorre la storia avvincente di queste due donne molto diverse accomunate dallo stesso bambino mancante.
Articolo scritto da Alessandro Ingegno
La regolamentazione delle adozioni internazionali rimane un problema importante da risolvere, in parallelo con l’affidabilità delle adozioni a distanza. Fortunatamente esistono associazioni onlus e noprofit che si impegnano con serietà per aiutare bambini, famiglie e comunità nei paesi più svantaggiati del mondo.
Fonti e approfondimenti:
Aggiornamenti e notizie sulle adozioni in Guatemala da Google News:
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Video sulle adozioni dal Guatemala da Youtube:
