Tifone nelle Filippine: le storie e i volti della tragedia
È passata quasi una settimana da quando il tifone Hayan, chiamato dalle popolazioni locali Yolanda, ha attraversato le Filippine lasciandosi alle spalle una scia di devastazione di dimensioni che ancora oggi i sopravvissuti e i soccorritori a lavoro nell’arcipelago faticano a percepire.
Mentre i primi aiuti hanno già raggiunto Tacloban, una delle città più colpite dal tifone, in rete sono emersi alcune testimonianze degli eroi e di quanti hanno vissuto questa terribile esperienza in prima persona.

(Photo by Paula Bronstein / Getty Images)
Tra le storie più commoventi, c’è quella della piccola Bea Joy nata proprio all’indomani della sciagura. I suoi genitori, Emily e Jobert, hanno perso amici e familiari, ma hanno lottato fino all’ultimo per impedire che Hayan si portasse via anche la loro prima figlia. “È il mio miracolo, mentre guardavo le onde gigantesche abbattersi contro di noi e trascinarci via, pensavo che sarei morta senza partorire” ha raccontato Emily, che armata soltanto del suo coraggio è riuscita a farsi strada tra quello che resta di Tacloban, rivoli di sangue sulle gambe, fino all‘aeroporto della città, dove i militari avevano allestito un ospedale da campo.
Miracoli nella tragedia
Questo, però, è soltanto uno dei piccoli miracoli di quelle ore terribili. Accanto alla storia di Bea, c’è anche la storia che ha avuto per protagonista la famiglia di un missionario americano nelle Filippine, John Wynn. Quando Hayan ha raggiunto Tacloban, John si trovava a casa insieme alla moglie e ai suoi tre bambini. “Il vento stava sradicando gli alberi, ma non mi ero preoccupato” ha raccontato ai giornalisti una volta arrivato a Manila insieme ad altri sopravvissuti. “Poi, però, ho notato che dalla porta di ingresso incominciava ad entrare dell’acqua: è allora che ho capito che la situazione era grave”.
Wynn ha subito fatto arrampicare i bambini sul mobile porta tv, il più alto che avevano in casa. Col passare dei minuti, l’intera famiglia si è trovata a galleggiare sull’acqua. Per salvare i figli, John ha preso a pugni il soffitto creando un varco sufficientemente grande per far passare moglie e bambini, che così hanno trovato riparo nello spazio tra il rivestimento in metallo del tetto e il materiale isolante. “Siamo rimasti lì per due ore e mezza, pregando il Signore affinché non facesse sollevare le acque ulteriormente. Una volta usciti ci siamo ritrovati davanti a uno scenario di morte e devastazione” ha raccontato Wynn a chi gli ha chiesto di descrivere quello che ha visto dopo il passaggio del tifone.
Ingegneri e giornalisti: gli eroi di Hayan
Tra gli eroi di Hayan, c’è anche un giornalista, Atom Araullo rimasto a Tacloban fino alla fine per aggiornare in tempo reale l’intero arcipelago sulla situazione. Il reporter ha continuato a camminare per strada, senza scarpe, coi pantaloni legati alle caviglie, sotto la pioggia pur di mostrare cosa stava accadendo. Grazie al suo coraggio, il giornalista ora è visto come il simbolo della forza e dello spirito di sacrificio di tutti i Filippini e al momento – anche se le comunicazioni con Tacloban sono molto limitate – la sua emittente televisiva ha confermato che il giornalista sta bene e si trova al sicuro.
Anche Jonathan Fitzpatrick, nonostante dichiari di aver semplicemente agito d’istinto, è uno degli eroi che hanno permesso ad alcune famiglie filippine di trovare un riparo dalla furia del tifone. Fitzpatrick, un ragazzo inglese di 23 anni, si trovava a Tacloban per lavoro. Quando si rese conto che probabilmente non sarebbe riuscito a sopravvivere a Hayan, il ragazzo decise che avrebbe trascorso gli ultimi attimi della sua vita a tentare di aiutare chi ne aveva bisogno più di lui.
Insieme ai suoi colleghi, il giovane inglese ha abbattuto le porte di alcune stanze dell’hotel dove soggiornava per usarle come zattere di emergenza e portare al sicuro i feriti. Ora Jonathan Fitzpatrick è tornato ai sicuro in Inghilterra, ma prima di lasciare le Filippine definitivamente ha voluto compiere un ultimo atto di gentilezza donando il denaro di cui era in possesso a un uomo per aiutarlo a ricostruire casa sua.
Tifoni più violenti a causa dei cambiamenti climatici
Questi per le Filippine sono giorni di lutto e di febbrili ricerche per quanti stanno ancora aspettando di avere notizie dei propri cari. Per il resto del mondo, però, oltre alla raccolta di fondi e di aiuti di altro genere, questo è anche il momento di riflettere sui rischi e pericoli, sempre maggiori, provocati dai cambiamenti climatici.
È questo l’appello di uno degli altri volti di questa tragedia, Naderev Sano, uno dei delegati filippini che hanno presenziato alla Conferenza sul Clima di Versarvia: “La crisi climatica è una follia. E noi qui, a Varsavia, possiamo fermarla” ha detto tra le lacrime “il mio Paese si rifiuta di accettare una 30esima e poi una 40esima conferenza per risolvere il problema dei cambiamenti climatici”.
Adozione a distanza di un bambino delle Filippine
Per maggiori informazioni e approfondimenti:
- Adozione a distanza nelle Filippine
- Come aiutare i Villaggi dei Bambini SOS nelle Filippine
- Le lacrime del delegato filippino alla Conferenza sul Clima
- Stories of Hope and Heroes After Super Typhoon Haiyan (Inglese)
- Typhoon Hero Who Saved Trapped Families In Philippines Was ‘Just Working On Human Instinct (Inglese)
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