Terremoto in Giappone: famiglia riceve lettera da figlia scomparsa 3 anni fa
3 anni fa, l’11 marzo 2011, il Giappone veniva colpito dal più devastante terremoto della sua storia, il settimo più potente a livello mondiale. In quel giorno, oltre 15’000 persone persero la vita a causa del sisma e del conseguente tsunami che hanno lasciato, nel Paese del Sol Levante, una ferita ad oggi non ancora rimarginata.
Tuttora, mancano all’appello 4’647 persone i cui cadaveri non sono ancora stati recuperati; tra loro figura anche il nome di Chie Oshino, la ventisettenne che a 3 anni dalla sua morte continua ad essere oggetto di discussione sulla stampa e sui forum giapponesi.
11/03/2011 : il sisma a Otsuchi
Nel 2011, Chie era da poco tornata a vivere coi genitori a Otsuchi, una città della prefettura di Iwate, tra le aree maggiormente colpite dal terremoto del 2011. La ragazza aveva lasciato Kyoto e il suo lavoro di guida a bordo di bus turistici per prendersi cura dei genitori. Era stato il padre a volere fortemente il suo ritorno “c’erano giorni in cui non mi sarebbe importato di morire, pensavo che era soltanto colpa mia: non avrei mai dovuto chiederle di tornare a Otsuchi” – ha raccontato ai giornalisti.
Il giorno del terremoto, Chie si trovava presso il municipio della città insieme al sindaco. Nelle ore immediatamente successive al sisma, il primo cittadino di Otsuchi aveva allestito un centro operativo alle porte del municipio con lo scopo di organizzare le squadre di pronto intervento. Quando fu data l’allerta tsunami, chi si trovava nella zona, cercò riparo all’interno dell’edificio che, sfortunatamente, si trasformò presto in una trappola mortale dopo che le acque sommersero interamente anche il secondo piano. Solo le 20 persone che riuscirono a raggiungere il tetto del municipio poterono salvarsi: le altre 40, tra cui Chie Oshino e lo stesso sindaco, morirono intrappolate in quello che avevano creduto essere un rifugio sicuro.
Nonostante il corpo non sia mai stato trovato, la famiglia Oshino ha accettato la morte della figlia ed era convinta che non avrebbe più avuto alcun tipo di notizia di lei, almeno fino allo scorso gennaio. Di solito, è il mare a restituire frammenti di quanto le popolazioni del Tohoku hanno perso in quella tragica data. Sulle coste dei paesi circostanti e persino degli Stati Uniti, infatti, continuano a spiaggiarsi i resti di imbarcazioni, edifici e detriti di varia natura strappati dalla terraferma dalla violenza dello tsunami dell’11 marzo.
La lettera di Chie.
La famiglia Oshino, invece, ha ricevuto un ultimo toccante ricordo della figlia Chie tramite posta. Lo scorso 12 gennaio, infatti, di ritorno dal lavoro il signor Oshino ha trovato nella cassetta delle lettere una busta bianca contenente due fogli scritti a mano in quella calligrafia, così precisa e meticolosa, che non avrebbe mai dimenticato: quella di Chie.
“Cari mamma e papà, quando riceverete questa lettera forse sarete già diventati nonni. Vi siete presi cura di me per tutto questo tempo con amore e io ora voglio fare lo stesso con voi. Immagino sarò sposata e con un figlio, ma che ne sarà di me se rimarrò sola?”
Per un istante, i genitori non hanno saputo fare chiarezza su quella lettera, poi – esclusa la possibilità che Chie fosse ancora in vita – il mistero è stato svelato. 10 anni prima, quando ancora lavorava come guida a Kyoto, Chie era stata al museo di architettura Meiji Mura, il quale offre a suoi visitatori l’opportunità di scrivere una lettera al futuro, lasciando che il personale incaricato la spedisca al destinatario trascorsi 10 anni. Ignara di quanto sarebbe successo, Chie aveva affidato alla carta i suoi sentimenti e le sue speranze per il domani, convinta che le avrebbe condivise insieme ai genitori a tempo debito.
Il padre e la madre, invece, hanno scoperto tutto questo da soli soltanto un mese fa, ma è stato uno splendido regalo: invece di vivere l’accaduto come uno scherzo del destino, per la coppia di anziani la lettera che hanno ricevuto è un bellissimo ricordo della figlia, col quale nutriranno i loro cuori e continueranno a vivere – “siamo fieri di Chie. Penseremo a lei sempre con il sorriso.”
Per maggiori informazioni:
- Otsuchi: the Japanese town that must rebuild without its leaders;
- Three Years After Her Death, Daughter Sends Parents a Touching Letter;
