Un mockumentary per prendere in giro le ONG che non lavorano
Se avete paura delle truffe e non siete sicuri dell’uso che viene fatto del denaro raccolto dalle varie onlus e associazioni no profit di tutto il mondo, non guardate assolutamente The Samaritans! Il mondo delle ONG, si sa, non è tutto rosa e fiori e spesso l’unica cosa possibile è parlarne con ironia, come avevamo provato a fare alcune organizzazione realizzando spot decisamente diversi da quanto siamo abituati a vedere.
Qualcuno, però, ha voluto osare di più e spingersi un po’ più in là per realizzare un “mockumentary”, una irriverente serie TV che prende in giro quelle associazioni internazionali che vogliono “salvare l’Africa”, pur non sapendo da che parte cominciare. In Italia, l’avremmo chiamata sitcom, questa – però – non è l’ultima fatica di un produttore di Cinecittà, ma di un regista keniota che ha deciso di raccogliere una serie di esperienze tragicomiche targate non profit per far ridere e riflettere.
Lui si chiama Hussein Kurji, mentre “The Samaritans” è il nome della serie tv che tramite le peripezie della fittizia ONG Aid for Aid racconta una realtà che dovrebbe fare riflettere.
“In Kenya operano oltre 4.000 ONG registrate, e negli anni ho sentito raccontare molte storie esilaranti su di loro” ha raccontato Kurji, che in The Samaritans riesce a far ridere, sì, ma raccontando storie vere come quella della ONG che, a chi sosteneva il suo progetto per la difesa dei rinoceronti, regalava un safari per andare a caccia degli stessi animali.
“Abbiamo anche voluto far riflettere su alcuni difetti che noi percepiamo come paesi destinatari degli aiuti: la sindrome del salvatore, di cui il direttore della ONG è un esempio, l’incompetenza, la scarsa trasparenza e chiarezza negli obiettivi… poi non tutte le ONG sono così, infatti abbiamo introdotto nella serie un’altra associazione, rivale di Aid for Aid, che lavora seriamente. La mostriamo come contraltare per far capire che se si vuole, si può”.
Ha continuato Kurji, ma di cosa parla in breve The Samaritans? Come già detto, la serie segue le vicende della Onlus Aid for Aid alla cui dirigenza è chiamato un giovane fresco di master e dedito al consumo di alcolici (così si presenta) che si ritrova catapultato “sul campo” in Kenya per guidare uno staff multietnico e pieno di macchiette, dove i progetti sono “inventare un acronimo, perché questo è quello che attira”, o sommergere i social network di parole ormai svuotate di qualsiasi significato: gli evergreen della comunicazione non profit, come “fare la differenza”, “cambiare le cose” e tante altre.
I protagonisti della serie vivono alla giornata, annaspando nel tentativo di interpretare le richieste del quartier generale di Aid for Aid, fino a quando ricevono una grossa donazione, un quantitativo di denaro che manda l’intero staff in tilt, perché nel mare di teorie e di paroloni in cui sono sommersi per le soluzioni pratiche non sembra esserci spazio.
In Kenya, The Samaritans è stato un successo e continuerà ad essere trasmessa fino al 2015; nel frattempo i produttori sono decisi a venderne i diritti anche nei paesi anglofoni. Arriverà anche in Italia?
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