Una medicina per le Onlus in crisi? Le microdonazioni
“Le Onp nel loro complesso guardano al futuro con un po’ più di fiducia: se infatti mettiamo a confronto il primo semestre 2013 con le previsioni per l’intero anno si registra un più 4 per cento di Onp che migliorano e meno 2 per cento che peggiorano”
Sono queste le parole con cui l’Istituto Italiano della Donazione ha commentato i risultati dell’ indagine “L’andamento delle raccolte fondi nel terzo settore: bilanci 2012 e proiezioni 2013”, realizzata in collaborazione con l’Associazione Italiana Fundraiser (Assif) e presentata dal Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL) .
Tra le associazioni nonprofit, quelle a sostegno della salute e della ricerca scientifica godrebbero di una maggior serenità, mentre a essere maggiormente in crisi sarebbero (come era già stato denunciato) le Onlus attive nel campo della cooperazione e delle adozioni internazionali.
Anche se il quadro generale rimane negativo (le entrate totali nel terzo settore sembrano confermare il loro trend in discesa), i dati riscontrati evidenzierebbero un timido miglioramento. Infatti, mentre nel 2011, le organizzazioni noprofit che avevano registrato un peggioramento della loro situazione economica erano aumentate dell’8%, nel 2012 il 3% di queste ha conosciuto un qualche miglioramento.
Sempre secondo la ricerca, i più generosi sarebbero i cittadini privati: infatti, mentre il ridimensionamento della pubblica amministrazione avrebbe diminuito i contributi di grandi istituzioni e aziende, i donatori privati sarebbero passati dal 50 al 60%.
I cittadini privati? I più generosi
La crisi economica ha quindi influito sull’importo delle donazioni, ma non sul desiderio di casalinghe, impiegati e operai di aiutare chi ne ha più bisogno, tendenza se pensiamo al boom di richieste di donazioni a distanza a pochi euro di cui avevamo parlato pochi giorni fa.
Il tutto continua a dimostrare che sono i piccoli contributi a fare davvero la differenza: lo sanno bene i Francesi, come testimoniano i successi ottenuti dalla strategia delle microdonazioni in terra d’Oltralpe.
In un periodo in cui si tende a giocare al ribasso in ogni settore, infatti, molte associazioni francesi hanno deciso di puntare sulla cosiddetta “generosità embedded”, ovvero incorporando la possibilità di elargire piccole donazioni nelle transazioni economiche della vita di tutti i giorni.
L’idea è stata concretizzata da MicroDON, un’impresa sociale senza finalità di lucro, che ha realizzato un sistema in grado di garantire alle onlus donazioni continuative e a costo zero, il tutto tramite versamenti di pochi centesimi o, al massimo, di qualche euro senza quindi andare a pesare sulle tasche dei cittadini.
Microdonazioni: 4 strategie per una raccolta fondi “Macro”
Il tutto avviene principalmente tramite quattro canali.
- L’arrondi è la micro-donazione prodotta arrotondando il pagamento alla casa del supermercato o al ristorante. Ad esempio, a fronte di una spesa di €37,97 con l’arrondi sarà possibile donare in beneficenza i 7 centesimi mancanti per arrivare alla soglia dei 38€.
- Le carte MicroDON, invece, consentono di aiutare – con pochi euro – i progetti di piccole comunità o associazioni attive sul territorio.
- Il payroll giving è una pratica diffusa anche in Italia e consente di effettuare una libera donazione, a favore di una Onlus scelta precedentemente, facendo trattenere l’importo direttamente dalla busta paga. Naturalmente, anche questo tipo di donazioni è deducibile ed è possibile ricevere il rimborso fiscale direttamente dal datore di lavoro tramite il conguaglio di fine anno.
- Arrondi sul conto in banca, col quale è possibile devolvere in beneficenza i centesimi in più presenti sul proprio conto. Ad esempio, se su un ipotetico conto corrente bancario fossero disponibili € 6’958.67 l’intestatario potrebbe decidere di donare in beneficenza i 67 centesimi in più, arrotondando il suo conto a €6’958.
Il successo di MicroDON
In tutti questi casi, l’importo della donazione è minimo, ma in Francia ha portato a grandi risultati: nel corso del 2012, infatti, sono stati raccolti 140.000€ a vantaggio di 32 associazioni. Probabilmente, parte della fortuna di questa strategia è data dalla volontà da parte di MicroDON di promuovere progetti volti a soddisfare necessità sentite dalla comunità come il potenziamento di alcuni servizi, la ristrutturazione della scuola, l’organizzazione della biblioteca etc.
E in Italia? Perché iniziative come questa non ci sono? Funzionerebbero? Voi sareste disposti a rinunciare a pochi centesimi per aiutare bambini italiani o finanziare opere di beneficenza nella vostra città?
Per maggiori informazioni e approfondimenti sulle micro-donazioni:
- Microdonazioni: a quali condizioni sono vantaggiose?;
- Istituto della donazione: “Cittadini privati, i più generosi”;
- Le donazioni tengono nonostante la crisi;
- Payroll Giving, il sostegno sociale “trattenuto” nella busta paga;
