L’altra faccia dell’uragano Sandy: danni e vittime sulle isole del Pacifico
L’atteso uragano Sandy è arrivato negli Stati Uniti seminando panico, distruzione e morte su New York, Atlantic City e molte altre città americane. Su Google, YouTube, Facebook e Twitter impazzano in presa diretta tweet e post, immagini e video che spesso però risultano vere truffe. Tutto il mondo parla di una New York al buio, senza elettricità e metropolitana ma che ne è delle oltre 60 vittime e del disastro provocati da Sandy nei Caraibi?
Nonostante tutti i consigli e l’allerta dati dal governo e dal presidente Barack Obama, l’America del Sud e le isole dell’Oceano Pacifico sono state messe in ginocchio dalla calamità che ha provocato alluvioni e smottamenti, facendo 69 vittime nei Caraibi, 52 ad Haiti, 11 a Cuba, 2 alle Bahamas, 2 nella Repubblica Domenicana e 1 in Giamaica e a Porto Rico. Sei cittadini francesi, dispersi nei giorni scorsi in mare tra Martinica e Repubblica Dominicana, sono stati tratti in salvo. La popolazione di Cuba è rimasta senza acqua ed elettricità per molti giorni mentre nella Repubblica Dominicana 8755 persone sono state sfollate, 77 comunità restano isolate e 21 province sono in stato di allerta (Barahona, Pedernales, Bahoruco, San Juan de la Maguana, Independencia, Elías Piña, Dajabón, Monte Cristi, Azua, Santo Domingo).
L’area dell’America del Sud era già stata colpita ad agosto dalla tormenta tropicale Isaac che aveva provocato gravi danni all’agricoltura dei paesi, già in difficili condizioni economiche. Ora, “Frankestorm”, così è stato definito l’uragano arrivato il 30 ottobre 2012, alla vigilia di Halloween, non fa altro che aumentare il rischio di epidemie di sangue e colera, già diffuse in un’America tanto povera, in cui centinaia di bambini muoiono a causa di fame e malattie.
In un momento di crisi come quello attuale, durante il quale tutti i riflettori sono puntati sugli USA dimenticando paesi e territori già poveri e provati da catastrofi naturali, è necessario moltiplicare l’impegno per aiutare la popolazione a risollevarsi. Chiunque può aiutare i bambini dell’America del Sud e delle isole anche con un piccolo gesto: rinunciare a un caffè o smettere di fumare sono solo un esempio di ciò che si potrebbe fare ad un costo molto basso per aiutare i bambini colpiti dall’uragano Sandy.
Come aiutare i bambini? In America centro-meridionale molte associazioni onlus e no profit lavorano quotidianamente portando aiuto alla popolazione locale con azioni umanitarie e volontariato. Poiché nei paesi dei Caraibi fame e malattie continuano ad essere causa della mortalità infantile, molte di queste onlus operano sul territorio accogliendo bambini in difficoltà, orfani, abbandonati e privi di cure parentali, ai quali garantiscono cure, cibo affetto attraverso le donazioni di chi ha deciso di sostenere un’adozione a distanza.
Per maggiori informazioni e approfondimenti
- http://www.oxfamitalia.org/dal-mondo/repubblica-dominicana-colpita-dalluragano-sandy
- http://www.bbc.co.uk/news/world-latin-america-20078215
- http://www.reuters.com/article/2012/10/26/us-storm-sandy-hurricane-idUSBRE89N16J20121026
Notizie e aggiornamenti sull’uragano Sandy in Sud America da Google News:
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Video sull’uragano e le alluvioni nei Caraibi da Youtube:
