{"id":2307,"date":"2012-05-15T11:23:25","date_gmt":"2012-05-15T10:23:25","guid":{"rendered":"http:\/\/www.adozione-a-distanza.info\/?p=2307"},"modified":"2018-03-01T11:12:33","modified_gmt":"2018-03-01T10:12:33","slug":"storie-di-donne-per-donne","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.adozione-a-distanza.info\/storie-di-donne-per-donne\/","title":{"rendered":"Donne e adozioni: 1 bambina e 2 mamme"},"content":{"rendered":"

Il 13 maggio 2012 \u00e8 stata la festa della mamma<\/strong><\/a>: una festa sia per le mamme naturali che per quelle adottive. Adoblog vuole continuare a celebrare questa giornata raccontando la storia di due donne lontane tra loro ma accomunate da una bambina<\/strong> e da una dote: il coraggio.<\/p>\n

La storia, realmente accaduta, ambientata tra il Guatemala e il Tennessee<\/strong>, \u00e8 stata scritta dalla giornalista investigativa Erin Siegal, nell’incredibile quanto drammatico libro “Finding Fernanda: one child, two mother and a cross-border search for truth” a seguito di una ricerca durata anni.<\/p>\n

\"Donne<\/a>

Foto dal sito del NewYorker<\/p><\/div>\n

Con l’aiuto di documenti ottenuti tramite richieste di Freedom of Information Act<\/strong>, e-mail e le fonti principali, sia in Guatemala che nei governi degli Stati Uniti, Erin Siegal ripercorre gli intrecci delle storie personali di Mildred Alvarado, madre naturale di Fernanda, e di Elizabeth Emanuel, madre adottiva. Il racconto vede sullo sfondo l\u2019esplosione dell\u2019industria delle adozioni<\/strong><\/a> o, per esser pi\u00f9 precisi, del commercio di bambini in Guatemala<\/strong> a partire dal 2008. Ma andiamo con ordine.<\/p>\n

Il 6 settembre 2006 Mildred Alvarado, incinta del quarto figlio, ha un\u2019emorragia<\/strong>; il parto \u00e8 atteso non prima di alcune settimane. Due sue nuove amiche, Sabrina e Rony, la accompagnano presso il Sanatorio San Antonio, una clinica privata di San Miguel<\/strong>, quartiere di Guantanamo City. A riceverle trovano il Dr. Miguel Paniagua che visita immediatamente Mildred la quale, terrorizzata, sostiene di \u201cnon sentire pi\u00f9 il bambino\u201d. Il dottore la rassicura<\/strong>: \u201cSento il battito del cuore. Le dar\u00f2 qualcosa per tranquillizzarla\u201d, dice. A quel punto il dottore usc\u00ec dalla sala seguito da Sabrina, l\u2019amica di Mildred. Successivamente Mildred ricorder\u00e0 lo stupore provato nel vedere i genitori dell\u2019altra sua accompagnatrice, Rony, colloquiare con il medico. Fu al termine di quel colloquio che un\u2019infermiera entr\u00f2 nella sala per addormentarla<\/strong>.<\/p>\n

Quando Mildred si svegli\u00f2 il giorno<\/strong> seguente<\/strong> faceva fatica a riconoscere il luogo dove si trovava. Non appena realizz\u00f2 di essere all\u2019interno di una sala operatoria si lasci\u00f2 prendere dal panico: \u201cDov’\u00e8\u00a0il mio bambino?<\/b>\u201d, url\u00f2. Un\u2019infermiera accorse informandola che era stata sottoposta ad un\u2019operazione: \u201cE\u2019 una bambina<\/a>, sta bene<\/strong>\u201d. Mildred incredula chiese perch\u00e9 l\u2019avessero fatta partorire, essendo il feto prematuro, ma l\u2019infermiera la ignor\u00f2.<\/p>\n

\"Adozioni<\/a>

Foto dal sito del NewYorker<\/p><\/div>\n

Mildred fu dimessa il 9 settembre, a seguito del pagamento di 538 dollari per \u2018cure mediche\u2019: sulla ricevuta di pagamento il campo contenente il nome del dottore non era stato compilato<\/strong>. In quegli stessi giorni Sue Hedberg, direttore dell\u2019agenzia cristiana di adozioni della Florida \u2018Celebrating Children\u2019, si trovava in Guatemala. Il 10 settembre 2006 Sue invi\u00f2 ad Elizabeth Emanuel, una donna statunitense del Tennessee, una mail contenente la foto di una neonata, Fernanda<\/strong>: era la bambina che la sua famiglia stava provando ad adottare in Guatemala.<\/p>\n

Le foto che Sue invi\u00f2 nelle settimane successive mostravano la bambina mentre giocava, all\u2019interno di un ambiente accogliente ed ospitale, forse un orfanotrofio. Ma quelle foto non ritraevano Fernanda<\/strong>, era un\u2019altra neonata, \u201cla sorella di Fernanda\u201d disse la direttrice del \u2018Celebrating Children\u2019 ad Elizabeth. Anche la sorellina di Fernanda aveva bisogno di adozione, quindi. Per Elizabeth l\u2019esborso era economicamente insostenibile \u2013 Sue chiese per la seconda bambina una cifra addizionale di 25 mila dollari<\/strong> -, ma anche il solo pensiero di separare le due sorelline la faceva rabbrividire.<\/p>\n

Elizabeth declin\u00f2 l\u2019offerta del direttore dell\u2019agenzia di adozioni. Quello stesso giorno Sue present\u00f2 la neonata ad un\u2019altra famiglia, i Thompson.
\nN\u00e9 la famiglia Emanuel n\u00e9 i Thompson sapevano che quella neonata era stata sottratta illegalmente alla madre naturale<\/strong> in una clinica privata di Guatemala City.<\/p>\n

\"Donne<\/a>

Foto dal sito del NewYorker<\/p><\/div>\n

Per Elizabeth si sarebbe trattato della quinta adozione, la prima dal Guatemala. L\u2019agenzia le aveva riferito che la famiglia di Fernanda era troppo povera per prendersi cura della bambina, ma la richiesta economica per le due bambine l\u2019aveva frenata, e insospettita<\/strong>. Un anno e mezzo dopo, grazie alla casuale lettura di un articolo di un giornale del Guatemala in cui la signora Mildred Alvarado denunciava la scomparsa della figlia dopo il parto subito il 6 settembre 2006, Elizabeth ricostru\u00ec la cronologia degli eventi e si mise in contatto con la redazione, e quindi con Mildred, mettendo in moto un processo che ha portato al ricongiungimento della piccola Fernanda con la madre naturale<\/strong>.<\/p>\n

Nel 2008, a seguito di questi avvenimenti, il Guatemala sospese tutti i nuovi casi di adozioni internazionali<\/strong>. Nel 2010 la CICIG, una commissione investigativa delle Nazioni Unite, appur\u00f2 che soltanto il 10% delle adozioni che venivano effettuate in Guatemala erano adozioni legali<\/strong>. Dal 2003 al 2008 il 20% dei 100 mila bambini adottati da famiglie statunitensi proveniva dal Guatemala.<\/p>\n

\u2018Finding Fernanda\u2019 mette in luce sul panorama altamente politicizzato dell’industria delle adozioni del Guatemala<\/strong>, un commercio miliardario al tempo stesso altamente redditizio e poco regolamentato. I bambini sono stati rubati, venduti e offerti come orfani per i genitori occidentali dal 1980. Entrambi i governi del Guatemala e Stati Uniti si sono ripetutamente dimostrati incapaci di regolare adeguatamente questo settore<\/strong>.<\/p>\n

\"Donne<\/a>

Foto dal sito del NewYorker<\/p><\/div>\n

Con l’aiuto di documenti ottenuti tramite le richieste di Freedom of Information Act, e-mail, e fonti principali all\u2019interno dei governi del Guatemala e degli Stati Uniti, Erin Siegal ripercorre la storia avvincente di queste due donne<\/strong> molto diverse accomunate dallo stesso bambino mancante.<\/p>\n

Articolo scritto da Alessandro Ingegno<\/strong><\/a><\/p>\n

La regolamentazione delle adozioni internazionali rimane un problema importante da risolvere, in parallelo con l’affidabilit\u00e0 delle adozioni a distanza<\/a><\/strong>. Fortunatamente esistono associazioni onlus e noprofit<\/a><\/strong> che si impegnano con seriet\u00e0 per aiutare bambini, famiglie e comunit\u00e0 nei paesi pi\u00f9 svantaggiati del mondo.<\/p>\n

Fonti e approfondimenti:<\/strong><\/p>\n