{"id":2519,"date":"2012-06-18T14:46:48","date_gmt":"2012-06-18T13:46:48","guid":{"rendered":"http:\/\/www.adozione-a-distanza.info\/?p=2519"},"modified":"2018-02-28T11:57:39","modified_gmt":"2018-02-28T10:57:39","slug":"siria-bambini-usati-come-scudi-umani","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.adozione-a-distanza.info\/siria-bambini-usati-come-scudi-umani\/","title":{"rendered":"Siria, bambini torturati e usati come scudi umani"},"content":{"rendered":"

Cresce il numero delle vittime provocate dagli scontri contro il regime del Presidente Bashar al Assad, <\/strong>iniziati in Siria<\/a><\/strong> nel marzo 2011. Le file dei decessi sono incrementate sempre pi\u00f9 da giovani vite. Secondo l\u2019Onu si aggira intorno a 1200 il numero dei civili d\u2019et\u00e0 inferiore ai 18 anni coinvolti negli scontri <\/strong>e in 384, secondo dati UNICEF<\/a><\/strong>, avrebbero perso la vita a causa del<\/strong> reclutamento e dallo schieramento in prima linea. <\/strong>Responsabile della chiamata alle armi di giovani e giovanissimi \u00e8 l\u2019Els, l\u2019esercito libero siriano<\/strong>.<\/p>\n

\"Strage<\/a>

Foto dall’archivio di SOS Villaggi dei Bambini Onlus<\/p><\/div>\n

Risale soltanto al mese scorso la strage di Hula<\/a><\/strong> durante la quale morirono 108 persone, di cui 49 bambini, alcuni anche di 2 e 3 anni<\/strong>. Ad oggi la situazione si fa sempre pi\u00f9 sconcertante e i numeri descrivono una realt\u00e0 in via di peggioramento. Certo i dati parlano chiaro, ma non sono sufficienti a descrivere l\u2019orrore della realt\u00e0 vissuta dalle piccole vittime. Per questa ragione negli ultimi giorni ha fatto scalpore quanto emerso da un rapporto ONU<\/a> (gi\u00e0 pubblicato lo scorso novembre), in cui a raccontare gli inquietanti scenari e retroscena degli scontri, come se non bastasse da sola l’atrocit\u00e0 della guerra in s\u00e9, sono le stesse giovani vittime.<\/p>\n

Il Rappresentante speciale ONU per i Bambini e i Conflitti armati, Radhika Coomaraswamy, presentando alla stampa il rapporto, riporta dalla voce viva dei protagonisti di questa inumana vicenda, che decine di bambini tra gli 8 e i 13 anni sarebbero stati usati come scudo umano<\/strong> per la protezione di carri armati<\/strong>, finestre e pullman con a bordo i soldati, <\/strong>allo scopo di evitare che questi venissero colpiti<\/strong>. E ancora i bambini hanno raccontato di essere stati \u201cpicchiati, bendati, costretti a posizioni difficili, frustati con cavi elettrici, bruciati con sigarette e, in un caso, sottoposti a elettroshock ai genitali<\/strong>\u201d, secondo quanto scritto nel rapporto.<\/p>\n

\"Bambini<\/a>

Foto da FreedomHouse su Flickr<\/p><\/div>\n

Molti di loro sono stati reclutati anche per svolgere mansioni mediche e altri servizi<\/strong>, naturalmente sempre sui campi di battaglia. Ma non \u00e8 tutto. Gli stessi minori schierati in prima linea sono anche vittime di pratiche inumane: arrestati spesso senza aver commesso alcun reato,<\/strong> vengono sottoposti a torture<\/strong> e a durissime detenzioni. Un trattamento che non si riserverebbe neanche al peggiore criminale mai esistito. E da tutto ci\u00f2, come purtroppo non \u00e8 difficile immaginare, non sono esclusi gli abusi sessuali<\/strong>.<\/p>\n

I nuovi particolari emersi dal rapporto ONU portano sotto i riflettori soltanto l\u2019ennesimo caso di bambini soldato<\/a><\/strong>, questa volta stigmatizzato dai media internazionali alla luce dell\u2019inumanit\u00e0 di cui la Siria sta dando prova, nonostante goda di una fama \u201cmigliore\u201d rispetto ad altri paesi pi\u00f9 poveri, in cui la piaga degli small soldiers<\/a> \u00e8 maggiormente diffusa.<\/p>\n

Dopo Hula la situazione per\u00f2 non accenna a migliorare. L\u2019UNICEF<\/a> continua la sua mobilitazione a favore della protezione dei piccoli civili<\/strong>, cos\u00ec come altre onlus ed associazioni<\/a> operanti nel settore. Attraverso campagne umanitarie e attraverso la promozione del sostegno a distanza<\/a><\/strong>, il mondo del no profit si impegna costantemente nella sensibilizzazione del pubblico e nell’aiuto\u00a0umanitario anche in zone rosse<\/b>. Proposte ed azioni per\u00f2 a volte non bastano.<\/p>\n

L\u2019escalation di violenza continua a coinvolgere e a colpire i civili. Gli scontri delle ultime 24 ore hanno portato addirittura l\u2019Onu<\/strong> alla sospensione delle attivit\u00e0 dei suoi osservatori<\/strong>, lanciando l\u2019allarme: in Siria la violenza degli scontri tra ribelli ed esercito non accenna a diminuire<\/strong>. Homs rimane sotto assedio, una citt\u00e0 in cui \u00e8 categoricamente vietato entrare, o impossibile uscirne vivi. E se anche l\u2019Onu sembra gettare la spugna, a chi rimane il compito di arrestare tanta violenza e proteggere i pi\u00f9 deboli?<\/p>\n

Per maggiori informazioni e approfondimenti:<\/strong><\/strong><\/strong><\/p>\n