{"id":2549,"date":"2012-06-19T13:53:21","date_gmt":"2012-06-19T12:53:21","guid":{"rendered":"http:\/\/www.adozione-a-distanza.info\/?p=2549"},"modified":"2018-02-28T11:46:36","modified_gmt":"2018-02-28T10:46:36","slug":"incontro-elizabeth-con-il-bambino-adottato","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.adozione-a-distanza.info\/incontro-elizabeth-con-il-bambino-adottato\/","title":{"rendered":"Elizabeth racconta il suo incontro con la bambina adottata a distanza"},"content":{"rendered":"

Elizabeth Sewell ha vissuto insieme al marito dal 1951 al 1954 a<\/strong> Salisburgo<\/strong> e qui \u00e8 iniziata la loro avventura con SOS Villaggi dei Bambini<\/a><\/strong>, una storia<\/a> fatta di piccoli ed importanti gesti d\u2019amore.<\/p>\n

La signora Sewell racconta che quando lei e il marito si trasferirono in Austria<\/strong> in qualit\u00e0 di membri dell\u2019American Army of Occupation, possedevano una piccola casa un po\u2019 in periferia, sulla strada tra Salisburgo e Berchtesgaden, a Glasenbach, un piccolo villaggio abitato per lo pi\u00f9 da impiegati. \u201cEntrammo subito in confidenza<\/strong> con i vicini, anche perch\u00e9 eravamo gli unici ad avere un telefono in casa, e perch\u00e9 eravamo desiderosi di migliorare il nostro rudimentale tedesco\u201d, aggiunge.<\/p>\n

\"Incontrare<\/a>

Foto dall’archivio di SOS Villaggi dei Bambini Onlus<\/p><\/div>\n

La gente del posto viveva alla giornata in condizioni economiche spesso difficili<\/a>. Nonostante ci\u00f2, molti di loro riuscivano a mettere da parte su una carta adibita a questo scopo un po\u2019 di Grossi<\/a> a settimana. Poi li donavano a SOS Villaggi dei Bambini sostenendo cos\u00ec il costo di una adozione<\/a><\/strong>. L\u2019ammontare della cifra era spesso il corrispettivo di pochi scellini, spiega Elizabeth, ma il suo valore era ben pi\u00f9 alto, soprattutto alla luce delle condizioni economiche in cui versavano le famiglie del posto.<\/p>\n

Avvenne cos\u00ec il primo incontro dei signori Sewell con SOS Villaggi dei Bambini. Poco tempo dopo fecero la conoscenza del Dottor Hermann Gmeiner<\/a><\/strong> in persona. Il fondatore dell\u2019associazione<\/strong> infatti si trovava in visita a Salisburgo. \u201cSiamo stati dei privilegiati\u201d, dice la donna. Da allora la strada fu tutta in discesa. Elizabeth e il marito, sin dal 1952 hanno sostenuto attraverso l\u2019adozione a distanza<\/a> 3 bambini<\/strong>, alcuni dei quali oggi sono nonni!<\/p>\n

L\u2019avventura del giovane Gmeiner era iniziata soltanto qualche anno prima. Nel 1949 avevano avuto inizio i lavori di costruzione del primo Villaggio dei Bambini SOS a\u00a0Imst<\/a>, Austria<\/a><\/strong>. Gmeiner<\/strong>, reduce della seconda guerra mondiale, aveva deciso di investire i suoi pochi averi nella costruzione di un centro d\u2019accoglienza per bambini e orfani di guerra<\/strong>. La sua idea era di realizzare un luogo accogliente come una casa, sicuro come un villaggio, amorevole come le braccia di una madre. Grazie a una donazione di terreno fatta dal sindaco di Imst<\/strong>, grazie alla generosit\u00e0 della popolazione del Tirolo e grazie all\u2019aiuto di un amico costruttore, Gmeiner riusc\u00ec a mettere in piedi la \u201cHaus Frieden\u201d, la casa della pace, primo Villaggio SOS di una lunga serie nel mondo<\/a>.<\/p>\n

\"Incontrare<\/a>

Foto dall’archivio di SOS Villaggi dei Bambini Onlus<\/p><\/div>\n

Nel 1999 Elizabeth e il marito furono invitati a partecipare ai festeggiamenti per il 50\u00b0 anno dalla fondazione di SOS e del Villaggio di Imst<\/strong>. \u201cInsieme ad una coppia di buoni amici abbiamo viaggiato fino a Imst. Un tributo a Hermann Gmeiner\u201d, racconta la signora Sewell. Ma non solo. Proprio nel Villaggio SOS di Imst vive Cornelia Metnitzer, uno dei 3 bambini sostenuti dai coniugi<\/strong><\/strong>.<\/p>\n

La storia di Cornelia \u00e8 una storia come poche. Adottata quando era ancora una bambina<\/a>, per alcuni anni ha lasciato il Villaggio ma poi ci \u00e8 tornata. Cornelia ha un ritardo mentale<\/strong> motivo per cui i coniugi Sewell hanno sempre temuto che la ragazza non sarebbe stata in grado di essere totalmente indipendente. Quando Cornelia \u00e8 ritornata al Villaggio SOS la sua vita \u00e8 nuovamente cambiata<\/strong>. Oggi la bambina di un tempo \u00e8 una donna (ha 33 anni). Qui \u00e8 diventata un aiuto per le Mamme SOS<\/strong> della casa e inoltre ha iniziato a badare a una bambina di appena un anno<\/strong>, dimostrando i progressi fatti anche grazie all’adozione a\u00a0 distanza<\/a><\/strong> da parte della coppia.<\/p>\n

Quando nel 1999 Elizabeth e il marito<\/strong> furono invitati ai festeggiamenti per il 50\u00b0 anno di SOS Villaggi dei Bambini, finalmente incontrarono per la prima volta Cornelia di persona<\/strong>. \u201cLei \u00e8 timida e il nostro tedesco non \u00e8 molto buono quindi non siamo riusciti ad avere una lunga conversazione, ma regalare sorrisi e gesti<\/a> sono stati sufficienti\u201d, racconta Elizabeth. \u201cInsieme a Cornelia abbiamo fatto un giro in asino per Imst. Il giorno successivo insieme ad altri bambini ed accompagnatori siamo saliti in cima al villaggio per far visita alla tomba del Dottor Gmeiner\u201d. Infatti, \u00e8 stato sepolto proprio qui, vicino ad una chiesa immersa in un boschetto silenzioso, il fondatore di SOS Villaggi dei Bambini. Guarda dall\u2019alto il frutto della sua dedizione.<\/p>\n

\"Conoscere<\/a>

Foto dall’archivio di SOS Villaggi dei Bambini Onlus<\/p><\/div>\n

In quell\u2019occasione, racconta ancora la donna, ci fu chi port\u00f2 fiori sulla lapide, chi fece un semplice discorso e chi inton\u00f2 alcuni inni. Il tutto nella massima semplicit\u00e0. La cosa pi\u00f9 sorprendete per la coppia fu proprio tanta umilt\u00e0 e tanta partecipazione<\/strong>. Anche al termine della cerimonia, quando l\u2019intero Villaggio di Imst si trasform\u00f2 in una grande festa. \u201cQuella sera tutti, i membri della comunit\u00e0, i bambini, le mamme SOS e le ex mamme SOS a cui \u00e8 riservata una zona particolare del Villaggio, sono stati invitati a una festa in un grande tendone. C\u2019era una band locale che suonava musica austriaca e tutti cantavano e ballavano\u201d, ricorda Elizabeth. \u201c\u00c8 stata una festa davvero piacevole. La collaborazione vista l\u00ec era fantastica e noi ci sentivamo davvero onorati d\u2019essere l\u00ec<\/strong>.\u201d<\/p>\n

La signora Elizabeth lancia un messaggio forte e importante che speriamo di poter condividere con molti di voi: \u201cPenso che SOS Villaggi dei Bambini<\/strong> abbia inaugurato una nuova era nel modo di prendersi cura dei bambini<\/strong> orfani nel mondo. Sogno di ritornare a Imst, <\/strong>magari dando lezioni d\u2019inglese, come contributo a questa bella comunit\u00e0<\/strong>.\u201d<\/p>\n

Per maggiori informazioni e approfondimenti:<\/strong><\/strong><\/strong><\/p>\n