{"id":3429,"date":"2012-07-28T08:59:32","date_gmt":"2012-07-28T07:59:32","guid":{"rendered":"http:\/\/www.adozione-a-distanza.info\/?p=3429"},"modified":"2018-02-22T12:03:47","modified_gmt":"2018-02-22T11:03:47","slug":"abbandono-neonati","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.adozione-a-distanza.info\/abbandono-neonati\/","title":{"rendered":"Abbandono bambini nelle culle babybox?"},"content":{"rendered":"

Articolo scritto da Roberta Gotti<\/strong><\/a><\/p>\n

Berlino, 22 giugno 2012 – la BBC pubblica un articolo<\/strong> in cui si parla del ritorno in Europa dei cosiddetti baby box<\/b>. Di cosa si tratta? E come funzionano? I baby box sono ricomparsi in Europa nel corso degli ultimi dieci anni, sono culle riscaldate collocate presso ospedali<\/strong> e altre strutture debitamente organizzate con lo scopo di accogliere i bambini che ogni anno vengono abbandonati<\/strong> da madri disperate che non sono in grado di prendersi cura di loro. Si parla molto della sensibilizzazione sull’abbandono di cani e altri animali<\/a> per le strade, pi\u00f9 delicato parlare di abbandono di neonati.<\/p>\n

Il concetto in s\u00e9 \u00e8 molto semplice ma \u00e8 altrettanto complicato da gestire in quanto nasconde una realt\u00e0 delicata legata a situazioni di disagio<\/strong> psicologico, sociale ed economico. L\u2019idea alla base di questo progetto era infatti quella di fornire a madri disperate un posto sicuro e monitorato dove poter lasciare il proprio neonato<\/strong>, sapendo che qualcuno si sarebbe preso cura di lui e gli avrebbe trovato una famiglia in grado di adottarlo e crescerlo in un ambiente sereno<\/strong><\/a>. L\u2019anonimato permetteva ai genitori di fare questa difficile scelta sapendo che mai nessuno sarebbe risalito alla loro identit\u00e0 e che il padre e la madre erano totalmente svincolati da ogni obbligo.<\/p>\n

\"Abbandono<\/a>

Foto dall’archivio di SOS Villaggi dei Bambini Onlus<\/p><\/div>\n

Proprio su questo punto in Germania si \u00e8 scatenata una polemica<\/strong> innescata da un recente studio che ha dimostrato come \u201cl\u2019impossibilit\u00e0 del bambino di conoscere le proprie origini possa provocare disturbi nello sviluppo dell\u2019identit\u00e0<\/em>\u201d. Sulla base di queste dichiarazioni l\u2019opinione pubblica si \u00e8 divisa tra coloro che sostengono questo progetto ritenendo le culle l\u2019unico modo per salvare la vita a moltissimi bambini<\/strong> e coloro che invece ritengono necessario abolire o comunque cambiare forma ai baby box per garantire una maggiore tutela del diritto dei neonati di conoscere l\u2019 identit\u00e0 dei genitori naturali<\/strong>.<\/p>\n

Gli oppositori sostengono inoltre che questo procedimento, oltre a violare i diritti dei bambini, violi anche i diritti del padre in quanto molto spesso i neonati vengono abbandonati dalle madri senza che queste condividano la loro decisione con il padre biologico. Contrario all’anonimato \u00e8 anche lo psicologo Kevin Browne dell’Universit\u00e0 di Nottingham<\/strong> che ha condiviso con la BBC il risultato di recenti studi fatti in Ungheria proprio sugli abbandoni verificatisi negli anni in cui \u00e8 entrato in funzione il baby box. Questi studi dimostrerebbero infatti che in alcuni casi l\u2019abbandono del neonato non viene neppure fatto direttamente dalla madre biologica ma dal padre o da altri parenti non sempre strettamente legati alla mamma il che fa pensare che in questi casi anche i diritti della madre stessa vengano violati<\/strong> non essendo necessaria la sua approvazione per l\u2019abbandono.<\/p>\n

Sempre il dottor Brown sostiene inoltre che un altro grave problema dell\u2019anonimato sia il fatto che esso rende estremamente facile \u201csbarazzarsi\u201d di un bambino senza permettere alla struttura che lo ha accolto di dare il necessario supporto psicologico anche ai genitori<\/strong>, di cui avrebbero invece bisogno di fronte ad una tale decisione.<\/p>\n

\"Abbandono<\/a>

Foto dall’archivio di SOS Villaggi dei Bambini Onlus<\/p><\/div>\n

Anche Maria Herczog, psicologa infantile che fa parte del comitato delle nazioni unite, ha dichiarato alla BBC che un’alternativa migliore al baby box potrebbe essere una maggior comprensione e un maggior sostegno per le madri in circostanze difficili<\/strong>. Secondo lei infatti il procedimento delle culle per neonati manda un messaggio sbagliato alle famiglie sostenendo le loro ragioni nel continuare a nascondere la gravidanza<\/strong> e spingendole ad affrontare il parto in condizioni non controllate per poi abbandonare i loro bambini.<\/p>\n

Secondo quanto emerso in Germania anche la posizione dell\u2019Onu<\/strong><\/a> in questa controversia \u00e8 contraria ai baby box in quanto anche in questo caso l\u2019anonimato viene visto come una violazione del diritto fondamentale dei bambini di conoscere i propri genitori naturali.<\/p>\n

A supporto di questi pareri negativi c\u2019\u00e8 infine il fatto che in Germania non esiste un vero e proprio iter legislativo che regoli questo procedimento ma si tratta di una pratica che viene semplicemente tollerata. Questo ha fatto si che tra il 1999 e il 2010 tra i 973 casi di abbandono registrati, di 200 bambini non si hanno pi\u00f9 notizie<\/strong> e non si \u00e8 pi\u00f9 in grado di capire se questi neonati siano stati adottati, affidati, o ripresi dalle madri.<\/p>\n

Conoscere i dati completi legati all’abbandono \u00e8 tuttavia davvero difficile in quanto a fianco di paesi come la Germania in cui le culle sono ben organizzate ed affiancate alle migliori strutture ospedaliere ci sono altri paesi pi\u00f9 poveri come quelli dell\u2019Europa dell’Est<\/a>, dove la mancanza di organizzazione<\/strong> rende pi\u00f9 difficile il reperimento dei dati necessari per valutare la reale portata di questo problema.<\/p>\n

Di parere contrario rispetto a quanto detto fin\u2019ora \u00e8 invece Gabriele Stangl, cappellana dell’Ospedale Waldfriede di Berlino, insignita della Medaglia al Merito per aver messo in funzione una delle prime culle che ha salvato la vita a moltissimi neonati<\/strong> la quale sostiene che le sue \u201cculle per bambini\u201d siano nate e servano per salvare vite umane e che questa sia l\u2019unica cosa che conta davvero<\/strong>. Il vero diritto di ogni bambino, sostiene, \u00e8 il diritto alla vita e il baby box salva la vita di tutti i neonati che altrimenti verrebbero lasciati in un cassonetto o lungo il ciglio di una strada rischiando di morire<\/strong>.<\/p>\n

\"Neonati<\/a>

Foto dall’archivio di SOS Villaggi dei Bambini Onlus<\/p><\/div>\n

Nella casella di Berlino, secondo quanto dichiarato da Gabriele, c’\u00e8\u00a0la sicurezza di una culla sostenuta dalle strutture complete di un reparto di maternit\u00e0<\/strong>. Non appena un bambino viene lasciato nel contenitore una sveglia suona, allertando volontari<\/a> e personale medico che arrivano immediatamente a soccorrerlo mentre la mamma<\/a> ha la possibilit\u00e0 di allontanarsi senza essere vista oppure di lasciare un recapito insieme al neonato per dargli la possibilit\u00e0 in futuro di conoscere l\u2019identit\u00e0 dei genitori biologici. Il bambino in questo modo pu\u00f2 essere curato in ospedale e poi sostenuto psicologicamente prima di entrare nel sistema giuridico per l’adozione. Mentre il mondo guarda con preoccupazione all’\u00a0emergenza alimentare in Sahel<\/strong><\/a>, anche i bambini dei nostri paesi occidentali rischiano di morire appena nati.<\/p>\n

Nel primo periodo inoltre le madri possono tornare e recuperare il loro bambino<\/strong> se dovessero pentirsi o rendersi conto di aver fatto un gesto sbagliato in preda ad un momento di disperazione e in alcuni casi questo succede e le madri possono riabbracciare i loro piccoli. Questo ripensamento deve tuttavia avvenire entro un certo limite di tempo passato il quale l’adozione diventa definitiva.<\/p>\n

Questo meccanismo secondo Gabriele Stangl \u00e8 l\u2019ideale in quanto permette sia ai bambini di essere seguiti psicologicamente e fisicamente sia alle madri di poter contare sul supporto necessario<\/strong> e sulla possibilit\u00e0 di riflettere per un periodo di tempo sulla decisione presa ed eventualmente di cambiarla. Per quanto riguarda invece la necessit\u00e0 del bambino di conoscere in futuro le proprie origini questa decisione spetta ancora solo ed esclusivamente a quella mamma e a quel pap\u00e0<\/strong> che con il loro figlio in grembo e con la disperazione di chi si sta separando dalla propria creatura devono decidere se lasciare in quella culla anche un bigliettino con i loro riferimenti per essere rintracciati oppure no.<\/p>\n

Dare un parere definitivo di fronte ad un argomento cos\u00ec delicato<\/strong> non \u00e8 davvero cosa facile. In Italia attualmente ci sono circa 8 culle termiche per neonati<\/strong> dislocate presso gli ospedali di Milano, Roma, Napoli, Varese, Parma e Padova ciascuna delle quali dotata di dispositivi elettronici di monitoraggio e direttamente collegata con le strutture ospedaliere. Queste culle sono state volute dal progetto italiano denominato \u201cNinna oh<\/a>\u201d partito nel 2008 grazie al sostegno dalla Fondazione Francesca Rava<\/strong><\/a> e di KPMG italia<\/strong> ed \u00e8 il primo progetto nazionale a tutela dell\u2019infanzia abbandonata che ha ricevuto l\u2019autorevole patrocinio del Ministero della Salute e il patrocinio della Societ\u00e0 Italiana di Neonatologia. Particolare attenzione in questo periodo di crisi economica, in cui la povert\u00e0 in Italia<\/a><\/strong> sta salendo esponenzialmente.<\/p>\n

\"Bambini<\/a>

Foto dall’archivio di SOS Villaggi dei Bambini Onlus<\/p><\/div>\n

Oltre ad offrire il servizio di baby box questa associazione onlus<\/a><\/strong> si preoccupa anche di fornire un\u2019intensa attivit\u00e0 di formazione, consulenza e assistenza 24 ore su 24<\/strong> anche tramite un numero verde per tutte quelle madri che ne hanno necessit\u00e0 informandole sull’attuale normativa sulla segretezza del parto e sulla tutela della donna e del bambino e fornendo loro il supporto psicologico necessario<\/strong> ad affrontare una decisione difficile come quella di rinunciare al proprio figlio.<\/p>\n

La legislazione italiana prevede infatti numerose leggi che tutelano la madre e il neonato<\/strong> e che danno al genitore la possibilit\u00e0 di non riconoscerlo al momento della nascita mantenendo l\u2019anonimato<\/strong> ma molte madri non ne sono a conoscenza e per questo motivo affrontano il parto in condizioni pericolose senza assistenza medica e si sbarazzano del loro figlio in tutta fretta ai margini di una strada per paura di essere perseguitate e giudicate<\/strong>.<\/p>\n

Al di la di leggi e ideologie ogni bambino dovrebbe conoscere l\u2019amore di una famiglia<\/strong>, il calore dell\u2019abbraccio di una madre e la luce negli occhi di un padre che lo guarda per dargli il benvenuto al mondo, ma purtroppo non sempre le cose vanno cos\u00ec e c\u2019\u00e8 chi gi\u00e0 dalle prime luci della sua prima alba \u00e8 costretto a lottare per sopravvivere… per guadagnarsi il proprio diritto alla vita.<\/p>\n

La vita di un neonato \u00e8, per chiunque affronti questo argomento, l\u2019assoluta priorit\u00e0 ed \u00e8 proprio per salvaguardare quella vita e l\u2019amore incondizionato che quella vita merita di ricevere<\/strong> che questi baby box sono nati. Non \u00e8 detto che questa soluzione sia la strada giusta per risolvere il problema ma giuste o sbagliate che siano la speranza \u00e8 che queste culle possano salvare quante pi\u00f9 vite possibile<\/strong> e possano dare a tutte le famiglie disagiate e sfortunate che hanno dovuto ricorrere a questa scelta il conforto necessario per capire che un figlio \u00e8 la pi\u00f9 grande forma d\u2019amore che esista al mondo e che in quanto tale va protetta e tutelata il pi\u00f9 possibile<\/strong>.<\/p>\n

Articolo scritto da Roberta Gotti<\/strong><\/a><\/p>\n

Per maggiori informazioni e approfondimenti<\/strong><\/p>\n