{"id":4093,"date":"2012-09-15T10:03:37","date_gmt":"2012-09-15T09:03:37","guid":{"rendered":"http:\/\/www.adozione-a-distanza.info\/?p=4093"},"modified":"2018-02-22T09:54:49","modified_gmt":"2018-02-22T08:54:49","slug":"bambini-immigrati-e-scuola-italiana","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.adozione-a-distanza.info\/bambini-immigrati-e-scuola-italiana\/","title":{"rendered":"Scuola italiana e bimbi stranieri, perch\u00e9 no?"},"content":{"rendered":"

Ricomincia la scuola per gli studenti di Valle d\u2019Aosta e Alto Adige e nei prossimi giorni<\/a> sar\u00e0 la volta delle altre regioni italiane, eppure le polemiche sulle classi miste<\/strong> non si placano. L\u2019ultima notizia arriva da Milano<\/strong> dove una classe delle scuole elementari conta 17 bambini stranieri su 19 alunni<\/strong>. L\u2019integrazione non sembra di casa in questo istituto? Non proprio perch\u00e9 la scuola in questione, al contrario, \u00e8 la pi\u00f9 multietnica della citt\u00e0! Certo \u00e8 che la decisione ha riacceso una vecchia polemica: \u00e8 giusto o no che i bambini italiani e i bambini stranieri frequentino la stessa classe?<\/strong><\/p>\n

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Foto di bambini dall’archivio di SOS Villaggi dei Bambini Onlus<\/p><\/div>\n

In Italia esiste una legge<\/strong> voluta dell\u2019ex ministro Gelmini che prevede un tetto massimo di alunni stranieri nelle classi italiane <\/strong>(il 30%). Il provvedimento trova riscontro nei sostenitori del \u201cno\u201d alla convivenza di alunni provenienti da Asia<\/a>, Africa<\/a>, America<\/a>, Oceania<\/a> ed Europa<\/a>. Per quale motivo? Il primo tra tutti \u00e8 che i bambini stranieri non parlano italiano<\/strong> e dunque avrebbero bisogno d\u2019essere seguiti di pi\u00f9 e meglio dagli insegnanti. Questo rallenterebbe i percorsi didattici e di apprendimento degli studenti italiani. Una motivazione non falsa, ma insufficiente per dividere bambini spesso nati in Italia da genitori stranieri e che comunque giocherebbero insieme ai coetanei italiani al parco o in piscina. L\u2019integrazione e il dialogo infatti, passano anche dal gioco<\/a><\/strong>.<\/p>\n

E poi, la scienza ce lo dice, la mente dei bambini \u00e8 come una spugna, assorbe informazioni rapidamente e in grandi quantit\u00e0. La convivenza linguistica consentirebbe ai bimbi stranieri di imparare prima e meglio la lingua italiana<\/strong> e ai bimbi italiani di imparare qualche parolina di arabo o cinese, competenze che potrebbero tornare utili in futuro. Questa \u00e8 la vera comunicazione interculturale, <\/strong>non quella fatta soltanto di sushi bar e viaggi in India, e la si respira tutti i giorni in metropolitana, a lavoro e a scuola.<\/p>\n

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Foto dall’archivio di SOS Villaggi dei Bambini Onlus<\/p><\/div>\n

Il buon esempio in Italia lo d\u00e0 Prato<\/strong>, la terza citt\u00e0 dopo Londra e Parigi con maggior presenza di popolazione cinese. Apre infatti i battenti nella provincia toscana la prima scuola per l\u2019infanzia bilingue italiano-cinese<\/strong>, una vera opportunit\u00e0 di integrazione e crescita. Alla luce di tutto questo perch\u00e9 si dovrebbe impedire ai bimbi di crescere insieme ai propri coetanei di tutto il mondo?<\/strong><\/p>\n

La questione \u00e8 in realt\u00e0 ancor pi\u00f9 seria dal momento che dietro queste scelte ci sono anche ideali lontanissimi dalla normale solidariet\u00e0 tra i bambini<\/a><\/strong> e pochissima apertura alle novit\u00e0 e alla comunicazione da parte degli adulti<\/strong> che, con i loro pregiudizi, fanno ricadere sui pi\u00f9 piccoli le conseguenze delle proprie scelte.<\/p>\n

Andare a scuola \u00e8 un diritto di tutti i bambini del mondo<\/strong>. Andare a scuola consente di ridurre l\u2019analfabetismo<\/strong> e di formare le future generazioni, uomini e donne consapevoli che costituiscano una cittadinanza attiva. Andare a scuola oggi per tutti i bambini del mondo significa avere opportunit\u00e0 per il domani,<\/strong> avere possibilit\u00e0 di crescita umana e di poter fare qualcosa per gli altri.<\/p>\n

Il diritto all’istruzione non pu\u00f2 essere negato a nessun bambino per i suoi natali geografici o anagrafici e qualsiasi forma di discriminazione non farebbe altro che danneggiarne il percorso di crescita. \u00c8 il caso dei bambini rom in Slovacchia<\/a><\/strong>, relegati da anni in \u201cclassi speciali\u201d. Amnesty International <\/strong>da qualche mese porta avanti una petizione<\/a> per l\u2019integrazione scolastica dei bimbi rom.<\/p>\n

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Foto dall’archivio di SOS Villaggi dei Bambini Onlus<\/p><\/div>\n

A favore di questo diritto dell\u2019infanzia si schierano nel mondo moltissime associazioni onlus e no profit<\/a> impegnate sul campo nella lotta contro l\u2019analfabetismo<\/strong>, per l\u2019integrazione scolastica e a favore della formazione di centinaia di bambini <\/strong>in difficolt\u00e0 a causa di guerre, fame e povert\u00e0<\/a>.<\/p>\n

Laddove le istituzioni locali non sono in grado di garantire ai bimbi un\u2019adeguata educazione<\/strong>, in centinaia godono comunque del diritto all’istruzione senza alcun tipo di discriminazione grazie all’instancabile lavoro di volontari<\/a>, ONG e associazioni impegnate nel Terzo Settore<\/a>, ma soprattutto grazie a coloro che avviando un\u2019adozione a distanza<\/a><\/strong> o facendo una donazione<\/a> a favore di una onlus<\/strong>, garantiscono a tanti bambini nel mondo il diritto a ricevere un’istruzione.<\/p>\n

Per maggiori informazioni e approfondimenti<\/strong><\/strong><\/strong><\/h3>\n