{"id":4819,"date":"2012-10-31T11:15:55","date_gmt":"2012-10-31T10:15:55","guid":{"rendered":"http:\/\/www.adozione-a-distanza.info\/?p=4819"},"modified":"2018-02-20T10:27:31","modified_gmt":"2018-02-20T09:27:31","slug":"infanticidio-e-aborto-selettivo","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.adozione-a-distanza.info\/infanticidio-e-aborto-selettivo\/","title":{"rendered":"Infanticidio? Muoiono pi\u00f9 femmine che maschi"},"content":{"rendered":"

Articolo scritto da Roberta Gotti<\/strong><\/a><\/p>\n

La discriminazione nei confronti delle bambine<\/strong> ha sempre generato nel corso dei secoli diverse forme di maltrattamento e di privazione<\/strong> dei diritti fondamentali dell\u2019essere umano portando alla luce problemi come l\u2019aborto selettivo<\/strong>, lo sfruttamento sessuale, la morte per malnutrizione, lo sfruttamento in ambito militare<\/a><\/strong> e domestico. Molte bambine vengono trattate come vere e proprie merci di scambio.<\/p>\n

Nel 1989 \u00e8 nata in Italia l\u2019associazione Terre des Hommes<\/a>,<\/strong> diventata fondazione nel 1994, il cui scopo principale \u00e8 quello di proteggere il maggior numero di bambini da ogni forma di violenza<\/a> e di abuso garantendo il loro diritto alla vita, alla salute e all’educazione. In occasione della prima giornata mondiale delle bambine e delle ragazze<\/a><\/strong> istituita dall\u2019Onu l\u201911 Ottobre del 2012 Terre des Hommes ha dato il via alla campagna di sensibilizzazione \u201cInDifesa\u201d il cui obiettivo principale \u00e8 quello di mettere al centro del proprio intervento i diritti delle bambine e delle ragazze di tutto il mondo<\/strong>.<\/p>\n

\"Infanticidio<\/a>

Foto dall’archivio di SOS Villaggi dei Bambini Onlus<\/p><\/div>\n

Per comprendere la necessit\u00e0 e l\u2019urgenza di una campagna come questa<\/strong> occorre analizzare a fondo la situazione in cui migliaia di bambine sono costrette a vivere ancora oggi e aprire gli occhi su una realt\u00e0 agghiacciante che spesso si cerca di dimenticare, di occultare o di negare per tenere lontana dalla propria coscienza la verit\u00e0, ovvero che ciascuno di noi potrebbe fare di pi\u00f9 contro questo gravissimo problema<\/strong>.<\/p>\n

L\u2019infanticidio e l\u2019aborto selettivo<\/strong> hanno conosciuto la loro massima espansione nel 1978 quando, per far fronte alle problematiche economiche legate ad un incontrollato aumento demografico, il governo cinese institu\u00ec la politica del figlio unico<\/strong> che obbligava le famiglie ad avere un solo figlio<\/a> e che, solo qualche anno pi\u00f9 tardi, permise loro di averne pi\u00f9 di uno introducendo per\u00f2 ingenti sanzioni pecuniarie per i figli oltre il primogenito.<\/p>\n

Questa politica port\u00f2 a conseguenze devastanti e alla violazione dei diritti umani per migliaia di bambine<\/strong> in tutta la Cina infatti in moltissimi casi quando la primogenita era di sesso femminile<\/strong>, le donne ricorrevano all\u2019aborto o abbandonavano le neonate<\/a> subito dopo la nascita.<\/p>\n

Ma perch\u00e9 questo accadeva e tuttora accade in diverse parti del mondo<\/strong>? Le ragioni di questa discriminazione hanno origini molto antiche e sono profondamente legate alle tradizioni, alla cultura e alla religione di molte popolazioni che vedono le bambine molto svantaggiate<\/strong> rispetto ai loro coetanei maschi. Non pi\u00f9 giochi per bambine<\/a>, ma discriminazione.<\/p>\n

\"Aborto<\/a>

Foto dall’archivio di SOS Villaggi dei Bambini Onlus<\/p><\/div>\n

In molti paesi, sia sottosviluppati che in via di sviluppo, avere una figlia femmina viene infatti vista come una gravissima penalizzazione<\/strong> per la famiglia perch\u00e9 la obbliga a prevedere una cospicua dote da dare al futuro marito al momento del matrimonio andando ad impoverire notevolmente i beni di famiglia, mentre avere un figlio maschio garantiva maggior forza lavoro<\/strong> e un maggior supporto durante la vecchiaia.<\/p>\n

Questo perch\u00e9 in Cina, come in molte altre parti del mondo, le figlie femmine non potevano pi\u00f9 occuparsi della famiglia di origine perch\u00e9 al momento del matrimonio diventano parte integrante della famiglia del marito<\/strong>. Un figlio maschio garantiva quindi maggiore forza nel lavoro, un supporto durante la vecchiaia, un erede per i beni di famiglia<\/strong> e qualcuno che portasse avanti il nome di famiglia mentre una figlia portava solo conseguenze negative.<\/p>\n

Per tutti questi motivi solo in Cina e in India, che sono i paesi maggiormente colpiti da questo fenomeno<\/strong>, mancano all\u2019appello pi\u00f9 di 100 milioni di bambine vittime di aborti selettivi, di infanticidi o di scandalose compravendite. Questa mentalit\u00e0 che privilegia fortemente la prole maschile a discapito di quella femminile<\/strong> \u00e8 cos\u00ec profondamente radicata nella cultura di diverse parti del mondo che, nonostante si conosca la gravit\u00e0 e la portata che questo fenomeno ha ancora oggi, risulta particolarmente difficile da combattere e i numeri relativi alla quantit\u00e0 di bambine scomparse<\/strong> in diverse parti del mondo dicono chiaramente che c\u2019\u00e8 ancora molta strada da fare.<\/p>\n

\"Bambina<\/a>

Foto dall’archivio di SOS Villaggi dei Bambini Onlus<\/p><\/div>\n

Il fenomeno degli aborti selettivi<\/strong> non risparmia nemmeno il nostro paese, anche se con un\u2019incidenza molto inferiore rispetto ad altre parti del mondo. Con l\u2019afflusso a partire dagli anni 90 di notevoli quantit\u00e0 di immigrati provenienti dai paesi asiatici<\/strong><\/a> anche i medici italiani si sono infatti trovati ad affrontare il problema degli aborti selettivi. Molte donne di origine prevalentemente indiana, cinese, nord-africana e albanese, non conoscendo la legislazione italiana, chiedevano di scoprire il prima possibile il sesso del feto<\/strong> per decidere se portare a termine la propria gravidanza oppure no! Questo ha portato anche in Italia a far perdere la vita<\/a> ad alcune centinaia di bambine.<\/p>\n

Come aiutare i bambini<\/a>? L\u2019iniziativa di Terre des Hommes<\/strong> per far fronte al problema dell\u2019infanticidio e dell\u2019aborto selettivo \u00e8 stata principalmente quella di condurre un\u2019attenta analisi del fenomeno tramite gli operatori sociali attivi sul campo<\/strong> per individuare le aree e le caratteristiche comuni alle famiglie maggiormente colpite da questo problema.<\/p>\n

In questo modo \u00e8 stato possibile ottimizzare l\u2019utilizzo delle risorse a disposizione<\/strong> concentrando gli sforzi nelle aree rurali pi\u00f9 povere e nelle famiglie con maggiori difficolt\u00e0 economiche con gi\u00e0 altre figlie femmine presenti. Una volta individuati i casi potenzialmente pi\u00f9 a rischio<\/strong> di infanticidio l\u2019associazione metteva a disposizione delle donne un rescue team in grado di fornire un\u2019adeguata assistenza medica<\/strong>, sociale e psicologica che si occupasse sia del monitoraggio dopo il parto sia di tutte le attivit\u00e0 di alfabetizzazione e di sensibilizzazione atte a diffondere una diversa concezione del divario tra uomo e donna<\/strong> e di promuovere la collaborazione con i Centri di Salute Pubblica.<\/p>\n

Per le famiglie pi\u00f9 in difficolt\u00e0<\/strong> che accettavano di tenere le proprie figlie venivano inoltre sviluppati programmi di sostegno per favorire la scolarizzazione, l\u2019assistenza sanitaria e la fornitura di generi alimentari<\/strong> e venivano concessi finanziamenti per l\u2019avvio di piccole attivit\u00e0 redditizie che permettessero alla famiglia di rendersi indipendente. Le attivit\u00e0 dei Rescue Team sono terminate nel 2009 ma a carico di Terre des Hommes restano molte delle bambine salvate<\/strong> e delle famiglie identificate nel corso dell\u2019operativit\u00e0 del progetto.<\/p>\n

\"Infanticidio<\/a>

Foto dall’archivio di SOS Villaggi dei Bambini Onlus<\/p><\/div>\n

Quella di Pryanka \u00e8 una delle storie di successo<\/a> dell\u2019associazione, una storia che dimostra come spesso la scarsa cultura, la povert\u00e0 e le ideologie di un popolo<\/strong> possano mietere migliaia di vittime innocenti. La donna di origini indiane sposata con un uomo violento e dedito all\u2019alcol, gi\u00e0 madre di due figli maschi e due femmine aveva gi\u00e0 commesso altri infanticidi di neonate ed era di nuovo incinta di due gemelline entrambe di sesso femminile. Individuata come caso altamente a rischio<\/strong> dai volontari del rescue team di Terre des Hommes inizialmente la donna non voleva assolutamente essere contattata dai volontari dell\u2019associazione e una volta date alla luce le due piccole era intenzionata a disfarsene come aveva fatto per le altre neonate.<\/p>\n

Dopo lunghi colloqui la donna ha finalmente accettato di essere seguita dall’associazione che le ha fornito aiuti sanitari, generi alimentari e supporto psicologico. Sono stati anche raccolti dei fondi per costruire a lei e ai suoi bambini una casa nuova<\/strong>. Grazie all’intervento dei volontari oggi le due gemelline sono vive e stanno bene…\u00a0<\/strong>sono vivaci e allegre e frequentano la quinta classe e tutto ci\u00f2 ci induce a sperare che iniziative come queste siano sempre di pi\u00f9 per salvare la vita a tantissimi piccoli angeli che rischiano ogni giorno di volare in cielo senza aver avuto la possibilit\u00e0 di vivere.<\/p>\n

Articolo scritto da Roberta Gotti<\/strong><\/a><\/p>\n

Per maggiori informazioni e approfondimenti:<\/strong><\/h3>\n