{"id":5185,"date":"2012-11-29T11:21:12","date_gmt":"2012-11-29T10:21:12","guid":{"rendered":"http:\/\/www.adozione-a-distanza.info\/?p=5185"},"modified":"2018-02-14T13:02:55","modified_gmt":"2018-02-14T12:02:55","slug":"bambine-soldato-guerra-e-abusi","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.adozione-a-distanza.info\/bambine-soldato-guerra-e-abusi\/","title":{"rendered":"Contro le bambine soldato"},"content":{"rendered":"

Articolo scritto da Roberta Gotti<\/strong><\/a><\/p>\n

Era il 1960 quando il giornalista e attivista Edmond Kaiser decise di fondare \u201cTerre des Hommes<\/strong><\/a>\u201d, un movimento di aiuto per l\u2019infanzia<\/strong> inizialmente nato per dare un supporto immediato ai bambini coinvolti nel conflitto Algerino che in quel periodo stava mietendo molte vittime. A seguito di questa iniziativa ve ne furono molte altre in Cambogia, Ruanda, Vietnam<\/strong> e in molti altri paesi nel mondo e qualche anno dopo venne fondata la carta di \u201cTerre des Hommes\u201d come manifesto di denuncia e di azione a favore dei diritti dell\u2019infanzia<\/strong><\/a> su cui questo movimento si \u00e8 fondato.<\/p>\n

Nel 1966 \u201cTerre des Hommes\u201d divenne una federazione internazionale e nel 1994 \u201cTerre des Hommes Italia\u201d divenne una fondazione. Abbiamo gi\u00e0 parlato in precedenza di questa associazione e della sua\u00a0campagna \u201cinDifesa\u201d<\/strong><\/a> per la salvaguardia dei diritti umani delle bambine e delle ragazze di tutto il mondo e abbiamo gi\u00e0 trattato alcune delle problematiche che questa campagna sta cercando di combattere quali l’infanticidio, l’aborto selettivo<\/a> e la tratta delle bambine per scopi sessuali<\/a> tuttavia vogliamo parlarne ancora per affrontare un altro tema molto delicato e importante di cui \u201cTerre des Hommes\u201d si sta occupando e cio\u00e8 il tema dello sfruttamento delle bambine a scopi militari<\/strong>.<\/p>\n

\"Bambine<\/a>

Foto dall’archivio di SOS Villaggi dei Bambini Onlus<\/p><\/div>\n

Oltre alla convenzione sui diritti umani dell\u2019infanzia<\/strong> il 6 Settembre del 2000 furono varati a New York dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite due protocolli opzionali ratificati anche dall’Italia l\u201911 Marzo del 2002 riguardanti la vendita dei bambini, la prostituzione e la pornografia infantile e il coinvolgimento dei bambini nei conflitti armati. Bench\u00e9 questi protocolli sanciscano il divieto assoluto di partecipazione ai conflitti da parte di minori di 18 anni di et\u00e0<\/strong> fissando la stessa anche come et\u00e0 minima per l\u2019arruolamento, ancora oggi dopo pi\u00f9 di 10 anni il fenomeno dei bambini soldato<\/a><\/strong> \u00e8 ancora fortemente diffuso. Si stima infatti che 250 mila minori siano ancora impiegati negli eserciti regolari e nei gruppi armati irregolari di 85 paesi nel mondo<\/strong><\/a> con maggiore incidenza del continente africano e che di questi circa il 40% sia rappresentato da bambine soldato<\/strong>.<\/p>\n

Queste migliaia di bambine vengono sottratte alle loro famiglie e alla loro vita<\/strong>… spesso rapite e obbligate ad arruolarsi nelle truppe armate sono costrette a combattere come i loro coetanei maschi e, oltre a questo, devono anche svolgere tutti i compiti di supporto alle truppe<\/strong> come trasportare viveri e munizioni, preparare il pranzo e la cena e svolgere lavori di routine negli accampamenti. Ma il lato pi\u00f9 crudele per queste piccole indifese \u00e8 che oltre all’orrore della guerra devono subire anche l\u2019orrore dei maltrattamenti, degli abusi e delle violenze sessuali<\/strong>. Talvolta sono addirittura costrette a fare da mogli ai soldati e a dare alla luce i loro figli senza alcuna assistenza sanitaria.<\/p>\n

Il 98% delle bambine subisce violenze di ogni tipo, soprattutto sessuali, principalmente da parte dei comandanti.<\/strong><\/p>\n

A differenza dei coetanei maschi poi le donne non vengono considerate come delle vere e proprie combattenti<\/strong> e per questo motivo molto spesso non hanno nemmeno diritto a prendere parte ai programmi ufficiali di smobilitazione previsti al termine dei conflitti armati e sono costrette a far ritorno nei propri villaggi di origine portando con loro i figli avuti durante l\u2019arruolamento<\/strong> senza poter contare su alcuna forma di supporto n\u00e9 economico n\u00e9 psicologico. Molto spesso al loro arrivo nei villaggi si trovano di fronte i pregiudizi e le ostilit\u00e0 non solo della gente ma anche delle loro famiglie di origine che, considerandole \u201cdisonorate\u201d, si rifiutano persino di riconoscerle<\/strong>.<\/p>\n

\"Bambine<\/a>

Foto dall’archivio di SOS Villaggi dei Bambini Onlus<\/p><\/div>\n

Il paese africano \u00e8 attualmente quello di gran lunga pi\u00f9 colpito da questo gravissimo problema<\/strong> ma la presenza di bambine soldato nelle truppe non si limita a questo continente. Anche in Colombia si stima che i piccoli combattenti si aggirino intorno ai cinque o sei mila e che di questi pi\u00f9 di un terzo siano di sesso femminile<\/strong>. In Messico invece le bambine sono soprattutto vittime del narcotraffico. Da alcune indagini fatte risulta che tra il 2010 e il 2011 almeno 800 ragazzine di et\u00e0 compresa tra i 12 e i 19 anni siano state reclutate e costrette a lavorare per i narcotrafficanti locali.<\/p>\n

Quella di Sara Morales<\/strong> \u00e8 solo una delle tante storie di sofferenza legate a questo drammatico problema. Rapita dai miliziani all’et\u00e0 di 11 anni ha dovuto subire umiliazioni, maltrattamenti e violenze sessuali per gli undici anni successivi<\/strong> e, a differenza di tante altre bambine a cui \u00e8 toccata la stessa sorte, \u00e8 riuscita almeno a sopravvivere pur portando con s\u00e9\u00a0il disgusto per tutti gli orrori subiti<\/strong>. Sara \u00e8 stata una degli oltre 18 mila “ninhos guerrilleros” che, secondo i dati in possesso dalle associazioni umanitarie, negli ultimi anni sono stati sfruttati per i propri scopi dai ribelli. Una volta rapiti dalle loro famiglie o adescati con promesse di vitto e alloggio i bambini venivano maltrattati e utilizzati per minare campi<\/strong>, trasportare esplosivi, fare rapimenti e combattere alla pari degli altri membri adulti delle truppe.<\/p>\n

Secondo Natalia Springer, studiosa del fenomeno dei bambini soldato, siamo di fronte a una vera e propria emergenza umanitaria<\/strong>. Il 69% dei bimbi-soldato rapiti ha meno di 14 anni, alcuni addirittura 7 o 8. Di loro il 98% subisce violenze di ogni tipo soprattutto sessuali e in molti casi questi bambini pagano con la vita<\/strong> in caso di ribellione o di incapacit\u00e0 di soddisfare i bisogni dei loro \u201cpadroni\u201d. “Eravamo in 300 nel mio gruppo<\/em>” – racconta Sara – “e solo in 12 siamo stati abbastanza fortunati da sopravvivere<\/em>“.<\/p>\n

\"Bambini<\/a>

Foto dall’archivio di SOS Villaggi dei Bambini Onlus<\/p><\/div>\n

Quali sono le azioni intraprese da governi e dalle ong<\/strong> contro questo dramma umano e sociale? I governi locali dei paesi pi\u00f9 colpiti da questo fenomeno tendono a minimizzare ma ammettono: \u00e8 una piaga che va cancellata. A livello internazionale governi e ONG si stanno attivando<\/strong> per far fronte il pi\u00f9 possibile al problema. Nel maggio del 1998 sei ONG internazionali (Amnesty International, Human Rights Watch, Federazione Internazionale Terre des Hommes, Save the Children International Alliance<\/a>, Servizio Gesuiti per i Rifugiati e Ufficio Quaccheri presso le Nazioni Unite, a Ginevra) hanno costituito la Coalizione Internazionale \u201cStop alluso\u00a0dei bambini soldato<\/b>\u201d (www.bambinisoldato.it<\/a>) al primo nucleo di sei organizzazioni si sono poi aggiunte Defence for Children International, World Vision International<\/a> e numerose ONG regionali in America Latina, Africa e Asia.<\/p>\n

Questa coalizione lavora da diversi anni effettuando intense attivit\u00e0 di monitoraggio sul fenomeno<\/strong> e mobilitando l\u2019opinione pubblica e la volont\u00e0 politica attraverso forum, campagne mediatiche, coalizioni internazionali e azioni a livello nazionale e regionale per spingere verso l\u2019esclusione dal mondo delle forze armate dei minori di 18 anni sottolineando le torture e gli abusi<\/strong> a cui questi bambini vengono sottoposti.<\/p>\n

Attualmente la Coalizione si sta ancora battendo per l\u2019immediata smobilitazione di tutti i bambini e le bambine che sono attualmente utilizzati nei conflitti armati come soldati e per la loro reintegrazione all’interno\u00a0delle comunit\u00e0<\/b>. Inoltre si sta adoperando affinch\u00e9 tutti i Governi e i gruppi armati di opposizione rispettino le norme internazionali che proibiscono l\u2019utilizzo di minori di 18 anni nei conflitti.<\/p>\n

Purtroppo nonostante tutte queste battaglie i bambini soldato nel mondo<\/a><\/strong> sono ancora moltissimi ma la speranza di chi ogni giorno si batte per loro \u00e8 quella di riuscire a salvare il maggior numero di queste piccole vittime e di fare in modo che i bambini costretti a svegliarsi ogni giorno<\/strong> con il terrore della guerra negli occhi e i segni delle violenze sulla pelle siano sempre meno! Perch\u00e9 il futuro di tutti noi \u00e8 nelle loro mani!<\/p>\n

Articolo scritto da Roberta Gotti<\/strong><\/a><\/p>\n

Per maggiori informazioni e approfondimenti:<\/strong><\/strong><\/strong><\/h3>\n