{"id":5295,"date":"2013-01-17T11:30:39","date_gmt":"2013-01-17T10:30:39","guid":{"rendered":"http:\/\/www.adozione-a-distanza.info\/?p=5295"},"modified":"2018-02-13T09:48:41","modified_gmt":"2018-02-13T08:48:41","slug":"madri-detenute-in-carcere","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.adozione-a-distanza.info\/madri-detenute-in-carcere\/","title":{"rendered":"Mamme e figli: vivere il carcere insieme"},"content":{"rendered":"

L\u2019articolo 9 della Convenzione ONU dei diritti dell\u2019infanzia e dell\u2019adolescenza<\/strong> recita pi\u00f9 o meno cos\u00ec:<\/p>\n

I bambini hanno diritto a vivere con i propri genitori, a meno che ci\u00f2 non risulti dannoso per la loro crescita<\/em><\/p><\/blockquote>\n

Il testo integrale della convezione dei diritti dell\u2019infanzia e dell\u2019adolescenza pu\u00f2 essere letto qui<\/a> sul sito internet dell\u2019 UNICEF<\/u><\/b><\/span>, ma il senso dell\u2019emendamento \u00e8 molto chiaro: i bambini hanno diritto ad avere una famiglia<\/strong>. Ma quale?<\/p>\n

\"mamme<\/a>

Foto dall’archivio di SOS Villaggi dei Bambini Onlus<\/p><\/div>\n

Secondo quanto riportato dal Ministero della Giustizia<\/strong>, in Italia la maggior parte delle donne detenute<\/strong> si trovano in carcere per aver commesso reati legati alla tossicodipendenza o contro il patrimonio, aggravati dalle situazioni di povert\u00e0 in Italia<\/a> e violenza sulle donne<\/a>. Pur non trattandosi di soggetti ad alta pericolosit\u00e0 sociale, le detenute manifestano un\u2019alta recidiva. Anche per questo motivo la legge italiana (8 marzo 2001 n. 40), consente alle madri di tenere con s\u00e9 i propri bambini in carcere fino all’et\u00e0\u00a0di tre anni.<\/b> Lo scopo della normativa, infatti, \u00e8 quello di evitare che il bambino venga deprivato della figura materna, nonostante i comportamenti recidivi della mamma. Molto spesso per\u00f2 questo limite d\u2019et\u00e0 non \u00e8 rispettato e i bambini continuano a crescere in carcere, spesso in condizione di sovraffollamento e di grave precariet\u00e0<\/strong>. La cella di una prigione, infatti, non \u00e8 un luogo adatto ad accogliere un bambino!<\/p>\n

Un\u2019alternativa sono le case famiglia,<\/strong> centri di ricovero per mamme senza dimora, in cui le donne possono vivere insieme ai propri bambini in un contesto normale, lontano dalle sbarre della galera. Da un lato, quindi, la legge favorisce il ricongiungimento famigliare, dall’altro per\u00f2 cerca di proteggere l\u2019infanzia e i suoi diritti<\/strong>, nel tentativo di garantire a bambini e bambine una famiglia<\/strong> e un contesto sociale in cui crescere serenamente, lontano dallo sfruttamento minorile<\/a>. Questione controversa questa che, alla luce degli ultimi dati, in Italia si manifesta cos\u00ec: 70 bambini vivono nelle carceri italiane.<\/strong><\/p>\n

\"madri<\/a>

Foto dall’archivio di SOS Villaggi dei Bambini Onlus<\/p><\/div>\n

Fatto ancora pi\u00f9 grave, come denunciano Telefono Azzurro<\/a><\/strong> e Amnesty<\/strong> International,<\/strong> \u00e8 che in paesi come l\u2019Iran<\/strong> non solo esista ancora la pena di morte<\/strong>, ma questa sia applicabile anche ai bambini!\u00a0<\/strong>In molti paesi dell\u2019Asia<\/a> e dell\u2019Africa<\/a>, infatti, la giustizia non distingue tra adulti, ragazzi e bambini ma applica omogeneamente pene severe come il carcere, pene corporali e addirittura la pena capitale anche ai minori. Paradossalmente, quindi, in molti paesi del mondo i bambini devono essere protetti anche dal sistema giudiziario nazionale<\/strong> oltre che dai pericoli della criminalit\u00e0 organizzata.<\/p>\n

Vivere per strada<\/a> o l\u2019essere coinvolti in guerre e conflitti, come nel caso delle bambine soldato<\/a>, arruolate, abusate e punite come veri soldati, significa esporre i pi\u00f9 piccoli a rischi troppo grandi, anche il carcere e pene severe.<\/strong> Al contrario i bambini dovrebbero poter vivere in luoghi sicuri in cui ricevere cure materne e protezione<\/strong>. Dividere una madre e il suo bambino \u00e8 certamente un’esperienza dolorosa e traumatica per entrambi per questa ragione sia in Italia sia a livello internazionale le molte associazioni onlus e no profit,<\/a> che gi\u00e0 si prendono cura dei minori orfani e abbandonati, si occupano anche di promuovere il mantenimento della relazione figlio-genitore detenuto<\/strong> attraverso attivit\u00e0 di sostegno all’infanzia\u00a0<\/b>molto varie: accoglienza dei bambini in centri famigliari, grazie alla solidariet\u00e0 dei donatori<\/a> interessati alla causa, assistenza psicologica a mamme e bambini e campagne di sensibilizzazione per la popolazione.<\/p>\n

Per maggiori informazioni e approfondimenti:<\/strong><\/h3>\n